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Franco scrive a Trump, aiuti homeless

Franco scrive a Trump, aiuti homeless

Appello al presidente in memoria del senzatetto Spagone

ROMA, 04 dicembre 2017, 13:55

Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Dear Mr. President Donald Trump, sono il regista e produttore italiano di 'Al di qua' (Life/Here), un documentario su 40 homeless e povertà girato a Torino, Italia". Inizia cosi la lettera a Donald Trump di Corrado Franco inviata il 27 novembre alle 09.04 ora italiana. Una lunga lettera scritta dal regista da Los Angeles, dove sta attualmente promuovendo il suo docu-film in corsa per l'Oscar 2018 nella categoria Best Feature Documentary. Un appello a Trump, quello del regista, perché le cose cambino in America come in Italia. E questo anche al seguito della improvvisa morte di Rodolfo Spagone, uno dei protagonisti di Al di qua, senzatetto da soli quattro anni dopo aver perso il lavoro. "Ieri - scrive ancora il regista al presidente - ho visitato Skid Row a Los Angeles dove centinaia di homeless, uomini e donne, vivono come in un girone dantesco. Sono rimasto scioccato. Credo che un paese civile come l'America non possa permettere che centinaia di persone possano essere abbandonate al loro triste destino".

Da qui l'invito di Corrado Franco a Trump - anche grazie al sostegno del nostro Presidente del Senato Pietro Grasso che, dopo aver visto il film, gli ha inviato una lettera -, "di aiutare i 550,000 homeless e i 40 milioni di persone che vivono in povertà negli Stati Uniti". Un invito esteso anche al primo ministro Italiano, Paolo Gentiloni, di aiutare allo stesso tempo i 4,7 milioni di italiani che vivono in povertà. Perché spiega Franco: "noi tutti possiamo diventare più ricchi e forti, ma anche diventare allo stesso tempo molto poveri". E se negli States ci sono 550,000 homeless e 40 milioni di persone vivono in condizioni di povertà (solo a New York gli homeless sono 60.000 e a Los Angeles 58.000) in Italia non va certo meglio: 4,7 milioni di persone vivono in totale povertà mentre in Europa sono ben 122 milioni di persone a vivere in questa condizione.

Spiega Corrado Franco all'ANSA: "Il povero Rodolfo Spagone nel mio docu-film interpreta il ruolo di un senzatetto che muore per strada, come spesso succede ogni giorno nella realtà, e come purtroppo è successo anche a lui. E questo non deve succedere più". Ora per i quaranta amici senzatetto di Spagone, protagonisti del film insieme a lui, l'appuntamento, per rendergli l'ultimo saluto, è il 9 dicembre all'Ospedale Martini di Torino. È lì, nella cappella dell'ospedale, una delle location di 'Al di qua' che si terranno i funerali.

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