"Mi chiedono spesso se gli artisti
possano influenzare il mondo e far cambiare la politica sociale.
Nel caso di Oleg Sentsov i politici si stanno rifiutando di dare
ascolto alla voce della ragione. Io rinnovo l'appello affinché
la sua tragedia umana si concluda e venga liberato al più
presto". Lo ha detto il regista Sergei Loznitsa, in apertura
della conferenza stampa del documentario Process, su un grande
processo farsa stalinista del 1930, fuori concorso alla Mostra
del cinema di Venezia.
Loznitsa, bielorusso cresciuto in Ucraina, ricorda: "Sono
venuto a Venezia la prima volta nel 2015 e avevo protestato per
l'arresto di Oleg. Sono tornato nel 2016 con il mio documentario
Austerlitz e avevo protestato per la sua condanna a 20 anni e il
suo trasferimento in una prigione di massima sicurezza nel nord
della Russia. Ora Sentsov è da quattro anni in prigione ed è al
117/o giorno di sciopero della fame, che ha iniziato a maggio,
si è ampliata la mobilitazione internazionale, ma non veniamo
ascoltati".
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