TORINO - Un viaggio intimo nella memoria di due persone, un uomo e una donna, che si conoscono 'per caso' scoprendo di non essere chi credevano. S'intitola 'I nomi del signor Sulcis' l'ultimo film di Elisabetta Sgarbi, editrice, scrittrice, donna di cultura eclettica e di profonda poesia, che debutta in anteprima mondiale al 36esimo Torino Film Festival. Racconta di una donna slovena, Irena Ruppel, che scopre insieme all'amica Ivana, ricercatrice universitaria, segreti e misteri che la portano a fare un viaggio tra Italia e Slovenia e ad incontrare un valligiano che vive vicino al Delta del Po, Gabriele. Un incontro intenso, ma pieno di ombre e di vuoti che i due cercano di riempire facendo un viaggio a ritroso nella memoria e nella storia collettiva, "quella con la S maiuscola dice la Sgarbi", tra spie naziste, fascisti, milizie di Tito, identità vere e identità false, padri, figli, veri o presunti. Teatro della storia sono le campagne e le valli tra l'Italia e la Slovenia, zone di confine, piene di storia, di nebbia e di paesaggi incantati, nonché le città di Trieste e Lubiana. Zone care alla Sgarbi che già le aveva raccontate nel suo film 'L'altrove più vicino' presentato l'anno scorso sempre al Tff. "Quello era il racconto di un mio personale viaggio in Slovenia - spiega la regista - questo è una storia di fantasia ambientata ancora in Slovenia. Terre che mi hanno sempre ispirato. Trieste è una capitale della cultura europea, crocevia storico fondamentale per capire chi siamo, non è una città, ma uno spazio culturale ampio che comprende Austria, Slovenia, Croazia, Italia". Il film musicato da Franco Battiato e scritto con Eugenio Lio, già sodale della Sgarbi nella fondazione della casa editrice La nave di Teseo di cui la regista è presidente, vanta una fotografia coinvolgente, tra primi piani e paesaggi, curata da Andres Arce Maldonado. "Il film è un percorso di coscienza, di svelamento - spiega ancora la presidente della Milanesiana - che parte da una donna e arriva all'altro coprotagonista. Come l'andamento di un sogno doppio, forse triplo. Un'avventura che fa incontrare la vita dei singoli con la Grande Storia". La scelta di presentare il film al festival torinese non è casuale. "Lo seguo fin dalle sue prime edizioni - ha confessato - fin dai tempi del mio esordio con 'Rue de Varenne'. Tornarci è sempre un po' tornare piccola. Sensazioni bellissime".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA