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Futura, un affresco dei giovani senza sogni

Cannes

Futura, un affresco dei giovani senza sogni

Marcello, Rohrwacher, Munzi per docu storico su era pandemia

CANNES, 12 luglio 2021, 16:32

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Futura - RIPRODUZIONE RISERVATA

Futura - RIPRODUZIONE RISERVATA
Futura - RIPRODUZIONE RISERVATA

Chissà, chissà domani / Su che cosa metteremo le mani... la Futura di Lucio Dalla che guarda a quello che accadrà con timore ma anche speranza lascia il passo oggi ad altri sentimenti più cupi. Il documentario Futura, portato alla Quinzaine a Cannes da Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher, racconta l'Italia giovane di oggi, ragazzi di tutti i ceti e latitudini chiamati dai tre affermati cineasti a raccontare come vivono, cosa sperano, come si immaginano il futuro. "Aleggia l'idea di un mondo che sta per finire - ammette Rohrwacher - ci troviamo davanti al buio, loro portano la luce". "Mi emoziona e mi fa piangere questo lavoro che abbiamo fatto - confessa Marcello - c'è una grande inquietudine, sembra un paradosso chiedere del futuro a questi ragazzi che ne sono stati derubati".

Cominciato prima della pandemia e poi proseguito durante e dopo, il documentario mostra giovani tra i 15 e i 20 anni in tutta la difficoltà dell'oggi: "Vivono in un tempo complicato, si muovono in un presente difficile da acchiappare e la pandemia li ha resi ancora più fragili rispetto all'immaginario di quello che potranno vivere, costruire, come se ci fosse piuttosto una prossima fine del mondo, un concetto non nuovo ma che oggi con la pandemia sembra trovare ragioni più scientifiche", prosegue Munzi. Non tanto la paura quanto "l'angoscia sembra il sentimento prevalente pur senza generalizzare, facce di giovani che non sanno bene come andranno a finire, che non hanno slanci.

Una gioventù più libera, meno condizionata delle generazioni precedenti come possono essere le nostre, più abituata - aggiunge Alice Rohrwacher, che prepara la sua prima serie tv 'Ci sarà una volta' - a comunicare se stessa con i social, a raccontarsi su Instagram, che a riflettere, esprimere opinioni".
I tre registi, tutti genitori di figli adolescenti, hanno fatto pool per un lavoro collettivo con un'idea ben precisa: "Fare un affresco dei giovani di oggi e consegnarlo agli archivi, alla storia, un come eravamo da ricordare quando sarà il momento". Il riferimento cinematografico è alle fantastiche inchieste nell'Italia post bellica di Soldati, Rossellini, Comencini, Pasolini. "Futura è un film al servizio dei giovani. Di solito come registi parliamo di nostre visioni personali, questa volta abbiamo fatto squadra per un film collettivo orizzontale, avendo le nostre visioni di cineasti e genitori ma senza tesi, senza aspettarci risposte, senza essere sociologi dei nostri figli e dei ragazzi come loro, ma - spiega Pietro Marcello (Per Lucio, Martin Eden) - proprio ascoltandoli, mettendoli al centro. Un cinema didattico, un archivio consegnato al futuro". L'approccio però, aggiunge Munzi (Il Miracolo, Anime Nere) "non è stato paternalistico, noi volevamo solo capire meglio gli adolescenti, la loro voce non si sente mai, domandare loro del futuro implica chiederci come noi glielo stiamo lasciando". Un film "libero dalle mete", che però emergono dalla complessità di questi ragazzi cui da spettatore e da genitori vorresti dare molto di più: "Abbiamo girato attraverso l'Italia, dal nord al sud, senza un criterio scientifico o sociologico, ma seguendo suggestioni e associazioni libere così da raccontare la diversità dei ragazzi, le differenti provenienze, e per restituire un'idea della temperatura del nostro Paese. Nell'atto di desiderare e immaginare il proprio futuro conta molto dove vivi, dove sei nato: questa tensione origina punti di vista molto differenti, territorialmente connotati", ammettono gli autori.

Prodotto da Avventurosa e Rai Cinema, uscirà in sala e poi in tv.

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