"Un film se si sente e giudica bello,
ha il suo pieno diritto e non c'è altro da dire". Lo ribadiva
nel 1948 Benedetto croce, parlando dell'artisticità del cinema,
contestata in quegli anni da nomi come lo storico e critico
d'arte Cesare Brandi, secondo il quale invece la settima arte
era solo "una surrogazione offerta alla massa". Lo scritto del
filosofo è fra i preziosi testi raccolti da Alberto Anile in La
carica dei 600" (edizione Sabinae), antologia dedicata a Bianco
e nero, 'la più importante rivista italiana di cinema' (si
ricorda nel sottotitolo) nata a gennaio del 1937 come 'quaderno
mensile del Centro Sperimentale di Cinematografia'. Oggi, dopo
decenni di vari cambiamenti, alti e bassi, rilanci, legati a
direttori più o meno interessati a non farne solo uno strumento
accademico, il periodico esce come quadrimestrale, con numeri
che riscuotono grande successo in libreria (anche online). "E'
una rivista che non è mai stata viva e vivace come in questo
momento" spiega all'ANSA Alberto Anile, conservatore della
Cineteca Nazionale.
Bianco e nero "ha avuto dei momenti, di blocco, chiusura e
impacci, ma con la direzione di Felice Laudadio (dal 2017 al
2021, a giugno è uscito il numero 600, dedicato a Cinema e
Medioevo) si è svincolata dall'accademia - aggiunge - ed è
diventata anche giornalisticamente accattivante". Per il volume
"mi sono divertito a cercare ancora pezzi leggibili e fertili,
abbracciando 84 anni e 600 fascicoli" aggiunge Anile.
L'antologia comprende altre chicche come una lettera del 1955 di
Vittorio De Sica e una del 1977 di Frank Capra. Nei testi, si
ripercorrono vari periodi della rivista, compresi gli inizi in
pieno fascismo. Si trovano poi fra gli altri, il colloquio tra
Roberto Rossellini e Mario Verdone sul neorealismo (1952);
Sergio Leone che spiega se stesso (1971); Alberto Moravia sul
cinema come specchio involontario della società italiana (1977);
la trascrizione di un incontro al Csc con Martin Scorsese 'tra
Hollywood e New York' (2001), fino fra gli altri, a Il caso
Sordi secondo Goffredo Fofi (2018). Un racconto che continua con
il numero di Bianco e nero, uscito, a fine settembre, il 601,
dedicato a Ettore Scola.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA