È vero, come dicono alcuni autori,
che nei primi anni di vita si è più naturalmente vicini alla
magia, alla meraviglia, a ciò che è oltre le leggi della natura.
In PETIT MAMAN della regista francese Céline Sciamma (RITRATTO
DELLA GIOVANE IN FIAMME), già in concorso alla Berlinale e ora
tra le anteprime della Festa di Roma (14-24 ottobre), questa
visione delle cose è sposata in pieno.
Ecco la storia del film, in sala dal 21 ottobre con
Teodora , senza rivelare troppo, ma piuttosto da interpretare.
Nelly, otto anni, ha appena perso la sua amata nonna e sta
aiutando i suoi genitori a ripulire la grande casa d'infanzia di
sua madre, che si trova in piena campagna. Esplora così la villa
e i boschi circostanti dove sua madre, Marion, giocava e dove ha
costruito la casa sull'albero di cui Nelly ha tanto sentito
parlare.
Un giorno la vivace Nelly si inoltra in un bosco dove incontra
una bambina della sua stessa età che sta costruendo una casa
sull'albero. E cosa strana: il suo nome è Marion, proprio come
quello di sua madre.
Céline Sciamma al suo quinto film fa un'opera che indaga le
grandi questioni della vita sempre in una prospettiva
squisitamente femminile. Un lavoro pieno di realismo magico che
tiene conto anche ovviamente del grande potere
dell'immaginazione.
"Tutte le domande che avrei fatto a mia madre giovane sono
dentro questo film - dice la Sciamma -. Non credo comunque ci
siano poi tanti segreti in quest'opera, perché seguendo questa
visione potresti raccontare la storia in molti modi diversi. Ad
esempio, potresti fare un Petit Papa ovvero la storia di un
ragazzino che incontra il suo giovane papà. In fondo ho
realizzato questo film con l'idea di interrogarmi sulle grandi
domande, quelle che tutti avremmo posto. Anche per questo che
non entro troppo nei dettagli dei personaggi, voglio che tutti
si relazionino con la propria personale situazione. C'è molto di
me e dei miei sentimenti da bambino in questo film".
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