Roman Polanski ha sempre trovato
braccia aperte in Francia, dove vive dal 1978 quando scappo'
dagli Stati Uniti per evitare la condanna dopo aver ammesso di
aver fatto sesso con una tredicenne, ma adesso anche nella sua
patria adottiva, secondo "Variety", le cose stanno cambiando.
Citando come precedenti le proteste delle femministe francesi
e le dimissioni in massa del Consiglio che amministra i César
dopo il terzo premio per il film del 2019 "L'Ufficiale e la
Spia" sul caso Dreyfus, "Variety" nota che il prossimo progetto
del regista, "The Palace", la cui produzione e' in corso Gstaad
in Svizzera, non e' riuscito a trovare un solo finanziatore
francese.
"Sono riuscito a montare la produzione nel corso di un anno
senza la Francia perche' la Francia non ha voluto investire un
Euro su Polanki", ha detto al giornale americano Luca
Barbareschi che ha prodotto anche "L'Ufficiale e la Spia": "Se
questo nuovo film non uscira' in Francia sara' un delitto".
In "The Palace" recitano l'attore tedesco Oliver Masucci
("Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore"), la francese
Fanny Ardant, Mikey Rourke, la star dei Monty Python John Cleese
e Fortunato Cerlino di Gomorra. Un primo clip di quattro minuti
viene mostrato in questi giorni a Cannes.
Il dramma, ambientato alla vigilia di Capodanno del 1999 in
un hotel di lusso, The Palace, vede intrecciarsi le vite dei
lavoratori dell'hotel e di vari ospiti. All'inizio delle riprese
sul magazine svizzero Le Temps, rilanciato da Deadline, un
gruppo di attori, registi elvetici aveva protestato per la
lavorazione del film: "Dare voce a Polanski, anche con denaro
privato, non e' un atto neutrale. Privato non significa
apolitico".
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