Più che un'autobiografia, un
vademecum per l'integrazione: è 'Vivo per questo', il primo
libro del rapper romano Amir Issaa, in uscita con un sottotitolo
che più esplicito non si può: "non mi devo integrare, io qua ci
sono nato. Io non sono mio padre, non sono un immigrato. Non
sono un terrorista, non sono un rifugiato. Mangio pasta e pizza,
sono un italiano".
Madre italiana e padre egiziano, Amir da 15 anni è uno dei
protagonisti della scena hip hop italiana, ma è anche in prima
linea come portavoce dei ragazzi G2. "L'immigrato e il figlio
dell'immigrato - scrive - vivono problemi totalmente diversi. Il
mio, comune a tanti, è che sono e mi sento italiano, anche se
molti non sono d'accordo. Secondo loro, non conta la cultura in
cui sei cresciuto ma il sangue che ti scorre nelle vene".
Questo, però, succedeva tempo fa, oggi invece Amir è "molto
fiducioso sul futuro dell'Italia, dove i bambini stanno
crescendo insieme". "E' una rivoluzione culturale, è il corso
della storia che va avanti".
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