Fu l'autrice stessa a definirla la sua opera migliore: ora l'ultimo romanzo di Mary Shelley, Falkner, finora mai tradotto in italiano, arriva nelle librerie con il titolo Il segreto di Falkner (Edizioni della Sera, collana I grandi inediti, traduzione e cura di Elena Tregnaghi).
Pubblicato nel 1837, l'opera distanzia di 35 anni il libro più famoso della Shelley, Frankenstein, che venne scritto nel 1816 mentre l'autrice si trovava a Ginevra con il marito Percy Bysshe Shelley e alcuni amici, tra cui Lord Byron. Nata nel 1797, la scrittrice visse in Italia con il marito dal 1818 al 1822 (anno in cui l'uomo morì), poi tornò a Londra dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1851. In Falkner Mary Shelley dà vita a una storia a tinte fortemente drammatiche e piena di tormenti e dissidi interiori, in cui la coraggiosa protagonista femminile, prototipo di eroina vittoriana, riveste un ruolo centrale. E' infatti lei che riesce a salvare i personaggi maschili da scelte e comportamenti sbagliati che determinerebbero la loro rovina. La vicenda inizia nel cimitero di una cittadina immaginaria della Cornovaglia, dove la piccola Elizabeth Raby va spesso in visita alla tomba della madre. Un giorno la bambina salva dal suicidio con un provvidenziale intervento il misterioso Falkner: l'uomo decide allora di adottarla e di portarla con sé in giro per l'Europa. Divenuta adulta, Elizabeth si troverà a fare i conti con il terribile segreto che il padre adottivo porta con sé: l'uomo le confessa le sue colpe ma viene arrestato. Allora, ancora una volta, la donna cercherà di salvarlo e di impedire che resti in prigione. Al tempo stesso Elizabeth farà di tutto anche per aiutare a ottenere giustizia Gerard Neville, il giovane incontrato anni prima di cui è innamorata.
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