TORINO - Dopo l'edizione record del 2017 non era facile replicare un così grande successo, eppure il Salone del Libro di Torino nel 2018 sembra proprio esserci riuscito. Alla vigilia della chiusura della manifestazione, il 14 maggio, le case editrici sono soddisfatte, l'affluenza è stata enorme, in particolare sabato 12 maggio quando nel tardo pomeriggio è stato necessario addirittura chiudere, anche se per poco tempo, le biglietterie. E la partecipazione agli eventi è stata boom, con file continue dalla mattina alla sera. E il ritorno dei grandi editori, che l'hanno scorso avevano disertato il Salone, non ha alla fine minacciato, come molti temevano, i medio-piccoli, che sono più o meno allineati sulle vendite del 2017.
Resta da capire cosa succederà alla fine della manifestazione, dopo la quale sono state rimandate tutte le decisioni sul destino dei due Saloni: Tempo di libri a Milano è confermata in marzo, probabilmente dopo la Fiera di Londra. Il Salone annuncerà domani le date della prossima edizione in cui dovrà trovare un nuovo assetto strutturale. "Siamo soddisfatti dell'affluenza di pubblico e di giovani. Speriamo che Torino risolva al più presto i problemi strutturali e così ci consenta di preparare ancora meglio la partecipazione al programma culturale del festival che è quello che più ci interessa" ha detto il presidente e amministratore delegato del Gruppo Gems, Stefano Mauri, che tra gli autori più consolidati e venduti vede anche il Premio Strega Europeo 2018 Fernando Aramburu. E poi Aciman, Mancuso, Fontana. E tantissimo Harry Potter.
Molto contenti anche al gruppo Mondadori: "Siamo in linea con le vendite del 2016, l'ultima edizione a cui abbiamo partecipato che era andata molto bene. Il successo del Salone è evidente dall'affollamento. Siamo felici di essere tornati a Torino" spiega Filippo Guglielmone, direttore commerciale Libri Trade. Tra i titoli più venduti, i nuovi romanzi di Paolo Giordano e Javier Marias per Einaudi, quello di Maurizio De Giovanni per Rizzoli e D'Avenia, Volo e Bignardi per Mondadori. Anche Feltrinelli, unico grande editore presente l'anno scorso, fa un bilancio molto positivo. "Nel 2017, anche per questo motivo, abbiamo avuto un record di vendite incredibile. Il paragone è giusto farlo con il 2016 rispetto al quale abbiamo raggiunto un 20% in più fino ad ora in questa edizione. Sold out tutti gli incontri fino a quello di stasera con Michele Serra e tra i titoli più venduti da segnalare quelli della nuova collana di fumetti Feltrinelli Comics con gli autori che firmavano i libri allo stand della casa editrice" spiegano dall'ufficio stampa.
In un giro tra gli stand si respira soddisfazione un po' da parte di tutti. A La Nave di Teseo è andata benissimo: "è il primo Salone di questo "gruppo" composto da Nave di Teseo, Baldini e Castoldi e Oblomov, quindi è difficile dare percentuali e confrontare il 2018 con l'anno scorso. In ogni caso il risultato delle vendite ad oggi è nettamente superiore" dice Elisabetta Sgarbi, ma in ogni caso "il risultato commerciale non dice ancora della straordinaria e sempre educata e attenta affluenza di pubblico, quest'anno percepibile a occhio nudo" aggiunge e segnala tra i più venduti Joel Dicker, il nuovo Linus diretto da Igort e Petros Markaris. Soddisfatti anche all'Adelphi, in linea con le vendite del 2016 con tra i titoli più gettonati Oliver Sacks ed Emmanuel Carrere, ma la cosa straordinaria, spiega il direttore commerciale Giusi De Luca, "è che abbiamo movimentato gli oltre mille titoli di tutto il catalogo che noi portiamo sempre a Torino e mi ha colpita anche l'età del pubblico, molti i giovani tra i 18 e i 25 anni".
Sellerio è leggermente sotto a un anno eccezionale, il 2017, in cui registrò il doppio delle vendite del 2016 e vede tra i titoli più acquistati quelli di Manzini, Alicia Gimenez-Bartlett, Recami e Popov. Fazi editore ha registrato vendite nel complesso di poco superiori all'anno scorso con record dei record di copie vendute sabato e tra i top la saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, Stoner di John Williams, Franco Faggiani e Turbine di Julie Zeh. I più scontenti sono quelli del padiglione 4 che ringraziano per la tensostruttura creata appositamente per non escluderli da questa edizione, ma gli incassi sono rimasti molto bassi, anche se per alcuni tra ieri e oggi è andata meglio.
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