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Libro sull'agguato al colonnello Varisco

Libro sull'agguato al colonnello Varisco

Storia ufficiale CC attivo durante la "strategia della tensione"

ROMA, 24 ottobre 2018, 12:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per vent'anni il Tenente Colonnello dei Carabinieri Antonio Varisco fu il Comandante dei Tribunali di Roma nel periodo dominato dalla "strategia della tensione", dai tentativi di colpo di Stato, dal terrorismo di Destra e di Sinistra, dalle vecchie e nuove organizzazioni criminali, dalle massonerie, dai Servizi deviati, dallo spionaggio e da una classe politica che ebbe in mano un potere spesso esercitato in maniera capziosa. Varisco cadde vittima di un agguato due giorni dopo l'uccisione dell'avvocato milanese Giorgio Ambrosoli, liquidatore delle banche del mafioso Michele Sindona. Otto giorni prima di quella del Capo della Mobile Boris Giuliano.
    In dieci giorni furono abbattuti tre servitori dello Stato tra Milano, Roma, Palermo. Avevano combattuto contro un nemico molto potente, un fronte unico formato da criminali, politici collusi, Servizi segreti e Massoneria deviati. A raccontarlo è Anna Maria Turi nel libro, L'agguato sul Lungotevere - Storia del colonnello Varisco (Edizioni Segno, 427 pp 20 euro). Il volume rivela come l'ultima missione di Antonio Varisco si era saldata con quella delle altre due vittime, solo che era lui ad avere in mano le carte vincenti della denuncia contro i principali nemici dello Stato. Era dunque il più esposto e il martire per il quale doveva essere montata una grande messinscena, dietro cui si potessero nascondere carnefici e burattinai.
    Se la magistratura resse le fila delle maggiori inchieste e dei grandi processi sugli scandali di larga risonanza, sui rapimenti e sulle morti eccellenti, Varisco fu definito "Magistrato aggiunto" ed "Eminenza grigia" del Tribunale di Roma.
   

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