Come quando si apre un cassetto
chiuso da tempo e si iniziano a guardare vecchie fotografie e i
ricordi emergono uno dopo l'altro. Leggere "Quartiere Italia" di
Achille Massimiliano Chiappetti (Montag) dà la stessa
sensazione, piccoli e grandi frammenti di una città, Roma, e di
un Paese, il nostro, che iniziano faticosamente a uscire dalla
seconda Guerra mondiale, perdendo i vecchi punti di riferimento
per abbracciarne di nuovi. Tante piccole storie legate da più
fili conduttori, a partire da una famiglia dove regna la
presenza rassicurante di una tata che si trasforma in Tata, per
tornare Maria solo dopo la morte. Di un Papà, simile a "un dio
vicino e lontano" prima affascinato e poi deluso dal mondo che
gli cambiava intorno, e di una madre ai limiti della venerazione
per la figura maschile di casa.
Ma Quartiere Italia non è solo la Capitale e i suoi
quartieri, da Coppedè ad un centro ancora arretrato. Il libro si
snoda lungo tutta l'Italia: dal Veneto contadino delle origini
di Tata, fino alla Puglia di Padre Pio, per finire a Capri e
Venezia non ancora affollate di turisti. E' l'autore a spiegare
di aver provato a proporre "un lavoro simile a quello di Roesler
Franz che con 120 acquarelli lasciò una testimonianza della Roma
che stava per sparire a causa dei lavori per trasformarla in
capitale d'Italia".
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