CITTA' DEL VATICANO - "Serve una presa di coscienza a livello individuale e collettivo, anche come Chiesa, per aiutare veramente queste nostre sfortunate sorelle e per impedire che l'iniquità del mondo ricada sulle più fragili e indifese creature. Qualsiasi forma di prostituzione è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che confonde il fare l'amore con lo sfogare i propri istinti torturando una donna inerme". Non lascia spazio all'interpretazione la durissima presa di posizione di papa Francesco sul racket della prostituzione contenuta nella prefazione dello stesso Pontefice al nuovo libro di don Aldo Buonaiuto "Donne crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada", che l'Editore Rubbettino ha appena lanciato in libreria.
"È una ferita alla coscienza collettiva, una deviazione all'immaginario corrente. È patologica la mentalità per cui una donna vada sfruttata come se fosse una merce da usare e poi gettare. È una malattia dell'umanità, un modo sbagliato di pensare della società. Liberare queste povere schiave è un gesto di misericordia e un dovere per tutti gli uomini di buona volontà. Il loro grido di dolore non può lasciare indifferenti né i singoli individui né le istituzioni", rincara il Papa.
Il Pontefice, elogiando nel suo scritto il lavoro di don Aldo, inscritto nel solco fecondo di don Oreste Benzi, si sofferma sulle cause di quella che egli stesso definisce "malattia dell'umanità" e che sono da ricercare, per Francesco, in una mentalità patologica che vede le donne unicamente come merce di scambio, oggetto di compravendita. La posizione è fortemente sostenuta dall'autore del libro, don Aldo, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, che compie una disamina approfondita di questa enorme piaga, legata inestricabilmente all'altro grande dramma dei nostri giorni: l'immigrazione.
Il libro racconta le storie di tante "donne crocifisse" che la Comunità Papa Giovanni ha raccolto dalla strada, ridonando loro libertà e dignità. Storie terribili, testimonianze di una crudeltà impensabile da parte di uomini che si accaniscono con ferocia su altri esseri umani, storie che hanno commosso lo stesso papa Francesco e il presidente Sergio Mattarella.
Ma il libro non è fatto solo di testimonianze, bensì anche di analisi e denunce. È un'indagine intorno alle molteplici vie del sesso a pagamento, dall'online al marciapiede, vie che quasi mai incrociano chi fa l'amore per scelta o per noia, come la 'Bocca di Rosa' cantata da De André, ma sono quasi sempre gremite dai frutti dello sfruttamento e dell'oppressione. Buonaiuto non teme di affrontare la questione anche dal punto di vista politico, bocciando la "riprovevole" proposta di quei parlamentari e consiglieri che propongono di aprire un albo delle prostitute rendendo la prostituzione un "lavoro" come tutti gli altri.
"È semplicemente disdicevole, oltreché affatto risolutivo - afferma l'autore - ipotizzare che un Paese come l'Italia pensi di risolvere il problema del mercato delle schiave del sesso trasferendole in ambienti legalizzati e trasformando lo Stato nel grande 'protettore' ovvero nel pappone ufficiale di queste figlie. Sì, perché di questo si tratta e desidero ribadirlo perché si sveglino le coscienze: donne che hanno la stessa età delle nostre figlie e nipoti e che in tal modo sarebbero libere di scegliere il lavoro di prostituta". "Ma quale genitore vorrebbe mai vedere una figlia o un figlio prostituirsi, vendersi per tante volte al giorno, rilasciando un regolare scontrino per la prestazione sessuale fornita? - aggiunge - Il governo che sostiene chi fa diventare le donne prostitute rivela la decadenza profonda del diritto e della giustizia prestando il fianco a una nuova forma di barbarie senza precedenti".
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