(ANSA) - MILANO, 10 FEB -Per capire i problemi che stanno vivendo le biblioteche nazionali in Italia basta guardare i numeri della Braidense, che è la terza per importanza dopo le biblioteche nazionali di Roma e Firenze: nel 2005 aveva 145 dipendenti di cui 32 bibliotecari, nel 2022 i dipendenti scenderanno a 27 e di bibliotecari, se non ci saranno nuovo concorsi, ne resterà uno solo. Un numero a dir poco esiguo considerando il suo patrimonio di un milione 500 mila volumi e 125 mila visitatori l'anno. "Questo trend non è sostenibile", ha spiegato James Bradburne, il direttore di Brera, complesso di cui la Braidense fa parte. Per questo ha approfittato della conferenza stampa indetta per presentare le attività in programma quest'anno in biblioteca (mostre, conferenze, letture di grandi attori) per lanciare l'allarme: "ci sono biblioteche a rischio chiusura" o comunque in una situazione tale che "dobbiamo affrontare come società". Alla Braidense "è diventata difficile anche la semplice apertura quotidiana dei servizi", ha detto Maria Goffredo, la direttrice della biblioteca dove da qualche tempo la sala consultazione resta chiusa il venerdì e il sabato, la sala manoscritti il venerdì e il servizio di consegna lunedì e venerdì pomeriggio. C'è bisogno di "sostegno" anche perché, ha sottolineato Bradburne, le biblioteche, a differenza dei musei, non possono contare sugli introiti della biglietteria e nemmeno sulla consapevolezza che i turisti che attraggono a loro volta garantiscono guadagni a bar, ristoranti, negozi e hotel. In compenso hanno una enorme ricchezza e la mettono a disposizione, gratuitamente di tutti. "Dobbiamo trovare sostegno e sono sicuro che c'è", ha detto spiegando che quello che pensa è a un mix di pubblico e privato. D'altronde a Brera dallo Stato sono arrivati fondi, anche importanti, che servono ad esempio a migliorare gli impianti, come quello di climatizzazione, ma che solo per questo possono essere utilizzati. Quindi, in attesa che arrivi nuovo personale (forse alla fine dell'anno) l'obiettivo che si è posto il direttore è di arrivare a trecentomila euro da sponsor per quest'anno. In questo modo si potranno affidare alcuni servizi con delle gare a cooperative, ad archivisti e intanto si potrebbe pensare a stage e borse di studio. "Credo che la soluzione sia agire a Milano. Se dobbiamo aspettare Roma...sappiamo che dobbiamo aspettare tanto", ha aggiunto. Il problema principale è il personale (anche alla Pinacoteca di Brera capita che a causa di qualche malattia si debbano chiudere provvisoriamente uno o due sale), ma non è l'unico. Un altro è quello dei depositi. La Braidense è deposito legale della provincia di Milano. Questo significa che deve conservare ogni cosa che viene pubblicata nella capitale dell'editoria, non solo libri e giornali, ma anche ricettari e persino bollettini parrocchiali. E bisogna trovare il luogo adatto per ospitarli. Questione, questa, che si potrebbe affrontare con il Comune di Milano. "Di un grande deposito c'è un grande bisogno. Potrebbe essere un deposito aperto come a Parigi".
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