(di Francesco De Filippo)
LUCA ESPOSITO, CONTROCORRENTE
(Ultima spiaggia; 396 pag.; 15 euro)
Ventotene è l'alternativa. Altro che baretto sulle spiagge del
Messico oppure droghe e spiritualismo a Goa o un rent a bike ai
Caraibi. Luca Esposito, che per dieci anni ha battuto le mete
più singolari del turismo internazionale, ne è tanto convinto da
averci ambientato il suo primo romanzo, "Controcorrente". Se ne
può discutere: L'isola di Ventotene, nell'arcipelago delle
Pontine, è davvero poco più di uno scoglio, e se è ben affollata
in estate, d'inverno in pochi affrontano le oltre due ore di
mare in traghetto da Formia per apprezzarne il silenzio e la
durezza. Ma questa è la realtà; il romanzo racconta una storia
lievemente diversa.
Giulia Ricci è una donna in gamba, bella, single perché non
ha trovato l'uomo che le abbia acceso la scintilla. Lavora alla
Archeos, una società di Genova che si occupa di rilevamenti
sottomarini e di recupero di beni dalle profondità marine. In
pratica è lei a gestire un affiatato gruppo che sotto la sua
guida ottiene buoni risultati. Ma il nuovo direttore, Marco
Settembrini - tipico manager frustrato e vendicativo - non le
riconosce questo merito e dunque, sebbene spaventata e con le
idee per niente chiare, decide che dopo le ferie non tornerà al
lavoro scatenando le ire del direttore. Accetta di trascorrere
qualche giorno in barca con amici che incrociano le Pontine e,
giunta a Ventotene, subisce il colpo di fulmine per Bruno. I due
sono sulla stessa lunghezza d'onda, anzi, lui è addirittura più
radicale: aveva mollato tutto vendendo casa, auto e
licenziandosi perché insoddisfatto di una vita dalle relazioni
personali troppo finte ed era sbarcato a Ventotene aprendo un
diving. Anche Giulia è esperta di immersioni, dunque decide di
fermarsi sull'isola e di vivere la storia con Bruno.
Gli interrogativi sul futuro si moltiplicano ma un giorno,
alla profondità di 22 metri, mentre sono insieme, Giulia
individua un antico cannone. Effettuate le prime indagini,
coinvolta la Marina Militare e le altre autorità preposte,
intorno al ritrovamento si può schiudere una grande possibilità
di lavoro, oltre che di interesse personale. Riaffiora la Giulia
di mesi prima: zelante, organizzatrice, tetragona, che si
reinventa il suo vecchio lavoro. L'obice appartiene alla Santa
Cristina, un vascello spagnolo del XVII secolo, adagiato (e
protetto) nel fango. Non è una nave qualunque ma è connotata da
un grande segreto, non è un caso infatti che la marina francese
le diede inutilmente la caccia a lungo per tutto il
Mediterraneo. Un segreto, forse anche qualcosa di molto
prezioso.
Il romanzo a questo punto prende una accelerata e lo scenario
si allarga fino a complicazioni diplomatiche internazionali,
spionaggi industriali, belle donne che si prestano a fare da
spie, manager avidi e disonesti. L'autore è bravo a gestire una
situazione corale con tanti personaggi, ciascuno con un ruolo
importante e ben definito; ed è bravo anche a intessere un
ordito narrativo semplice e a lieto fine ma piacevole e con un
buon ritmo e colpi di scena azzeccati.
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