CRISTINA MARCONI, STELLE SOLITARIE
(EINAUDI, PP. 144, EURO 17.50)
"Il Texas è uno stato mentale", diceva John Steinbeck in
Viaggi con Charley alla ricerca dell'America. La frase del
grande scrittore statunitense premio Nobel è riportata in
epigrafe a questo romanzo di Cristina Marconi, giornalista e
scrittrice, che in Stelle solitarie, uscito per Einaudi,
racconta una storia di dolore e malattia. Ma anche di amicizia,
di legami che sanno offrire "aiuto", "compagnia nella
solitudine", "luccichio" e "risate".
Il titolo allude alla bandiera texana, conosciuta col nome di
Stella solitaria ovvero Lone Star Flag. È a Houston che si
recano le due protagoniste, Cristina e Vera, quarantenni, unite
da un legame profondo. Houston, "la città che risolve problemi",
gigantesca e con "un ruvido esotismo western". Vera, "l'amica
zucchero", ha "occhi giganteschi e una giostra di espressioni
accattivanti e buffe circondate dal sipario aperto di una chioma
leonina". È malata da tempo, e a Houston, importante polo
medico, potrebbe ritrovare la speranza, è il "posto in cui la
cura si affronta con lo stesso piglio ardimentoso della corsa
allo spazio". Vera reagisce alla notizia della malattia "con una
ferrea determinazione a non farsi stravolgere la vita". Vera è
una donna "dal portamento fiero, la risata eterna". Nella
sofferenza trova conforto in tante persone, è circondata d'amore
e ognuno le offre doni: "l'ironia, la forza, il coraggio fisico,
delle insalate di quinoa surgelate, tanto ascolto".
Il libro è una riflessione sul senso profondo dello stare
accanto, del prendersi cura degli altri e del mistero della
sofferenza. Nei capitoli numerose le citazioni letterarie,
l'elenco completo si trova in appendice al volume. Tra i titoli
menzionati: Devozioni per occasioni di emergenza di John Donne;
Malattia come metafora di Susan Sontag; Il grande amico, poesia
di Vittorio Sereni; La montagna incantata di Thomas Mann.
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