Nasce a Trieste un nuovo progetto editoriale. È il libro giornale, con formato e impaginazione che ricordano i quotidiani di fine '800, "Le Malefatte della Bora.
Il Foglio del vento", racchiuso in una confezione costruita ad hoc e presentato questa mattina da Maurizio Stagni, orafo di professione, ideatore dell'iniziativa e disegnatore, Marco Kirchmayr, grafico e impaginatore, e Fabio Fieramosca consulente editoriale.
Restano top secret invece i nomi degli autori - "il valore è rappresentato da ciò che si scrive, non da chi lo scrive" - , che si firmeranno con uno pseudonimo, come Kitty Manda o Il Valvassore, e dell'editore, Nero Acquaketa, che ironicamente viene definito "un misterioso magnate italo-norvegese che ha fatto la sua fortuna vendendo dadi da gioco". L'intento è di raccontare "Trieste attraverso le malefatte della bora", ha spiegato Stagni. Si troveranno così articoli, prevalentemente in italiano ma anche in triestino, sui pittori triestini e su varie curiosità (come la fontana del mare di piazza Unità) e fatti realmente accaduti nati anche dalla bora. Il futuro del libro-giornale è ancora tutto da decidere: diventerà un periodico o manterrà il genere attuale? Intanto la copia numero uno, stampata in 500 copie numerate a mano, si può leggere in emeroteca e acquistare in libreria e in alcuni negozi di oggettistica e design. Oppure sul sito internet dedicato (la copia è anche spedibile), in fase di costruzione, dove sarà possibile inviare le foto dei lettori intenti a leggere "Le malefatte" e partecipando così a un contest.
Ma l'idea del progetto da dov'è nata? "Sono stati nove mesi di lavoro, forse anche più - spiega Stagni -. Questa storia è cominciata a una presentazione di una mostra alla galleria Trart. Si è dato voce con testi e immagini ai temi di confini, vento e mare. C'erano gli scrittori e giornalisti Pietro Spirito, Veit Heinichen e Francesco De Filippo. Poi c'è stato anche uno spettacolo con Elke Burul. Ne è nato un libro. Ho pensato che oggi la dimensione del racconto è diventata sempre più rara visti i mezzi tecnologici. Incontrando Kirchmayr per caso ho espresso la mia idea di raccontare Trieste attraverso le malefatte della bora e così è nato il progetto".
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