(di Mauretta Capuano)
Sarà vero che nell'aldilà i buoni
vengono premiati e i cattivi puniti? Ci lascia con questa
domanda Paolo Maurensig nel suo romanzo d'addio 'Il quartetto
Razumovsky' che arriva in libreria postumo il 18 gennaio per
Einaudi.
Nel libro, Consegnato pochi giorni prima della sua morte
improvvisa, avvenuta il 29 maggio 2021, lo scrittore che amava
gli scacchi ci fa vedere come le cose non si cancellino mai del
tutto e con quale passo terribile ci accompagnino fino alla
fine. "Invidio di gran lunga coloro che fino all'ultimo istante
mantengono la fede in una vita nell'aldilà, dove ci sia
giustizia e assenza del male" ci dice Maurensing e poi si
chiede: "Ma sarà così?". In una storia in cui la perfezione
della musica classica, il fantasma del nazismo e vecchi segreti
del passato che tornano a galla ci riportano ai temi dei suoi
capolavori 'La variante di Lüneburg' e 'Canone inverso', ci
troviamo davanti a un uomo, chiamato durante il Reich il
Torturatore che pratica violenze nominate 'lezioni di canto'. E'
Rudolf Vogel che, caduto il regime, trova rifugio con il nome
fittizio di Mr. Fowl nelle comunità tedesche del Montana dove
vive nell'angoscia di essere braccato e soffre di amnesie.
Da giovane è stato un suonatore di violino, faceva parte del
Quartetto d'archi Razumovsky che si è esibito a Berlino nel 1932
al cospetto di Hitler suscitando l'ammirazione della Germania
intera. Dopo trent'anni si ritrova con i suoi amici per
preparare un nuovo concerto insieme voluto dal carismatico
leader e primo violinista del gruppo, Max Brentano, che muore
però con un colpo di pistola a pochi giorni dall'evento. La
scena non è quella di un suicidio. Chi ha sparato a Max? La
storia si tinge di giallo e un po' alla volta si scoprono le
carte del Torturatore, la sua omosessualità e gelosia, il suo
gesto ignobile e segreto che aveva dato il via a una
concatenazione di eventi che avrebbero spinto in un lager
Victoria, violoncellista del quartetto, amata da Max, ora in una
casa di riposo per demenza senile.
Strutturato in tre atti, il romanzo si apre con le parole di
Rudolf Vogel che definisce le pagine, scritte di suo pugno, "la
confessione di un assassino". Arrestato subito dopo le esequie
di Brentano, Vogel-Fowl dal carcere - dove la cosa che più pesa
è l'attesa di essere giustiziato - ci racconta questa storia
drammatica e potente in cui ad un certo punto spuntano una
lettera accusatrice, una pistola Walther Ppk di fabbricazione
tedesca e in cui assistiamo anche al tragico confronto tra
un'ebrea sopravvissuta ai lager e il suo aguzzino. Mr Fowl,
anagramma di Wolf, il lupo che avrebbe voluto essere, nel
Montana scrive infimi romanzetti di genere e nel suo percorso
tra passato e presente e salti dovuti alla sua amnesia, viene
anche messo in dubbio che sia lui l'autore delle pagine.
La fine del Quartetto d'archi Razumovsky ci mette difronte
alla colpa e alla tragica fascinazione di alcuni uomini per il
male assoluto. "Mi dica Mr Fowl, o forse devo chiamarla Herr
Vogel, secondo lei, qual è il motivo ricorrente perché un uomo
venga spinto a sopprimere un proprio simile?" chiede il pubblico
ministero con il dito puntato verso di lui.
Maurensig, che era nato a Gorizia il 26 marzo 1943, non ha
potuto rivedere il testo per la stampa. La scelta dell'editore è
stata quella di provvedere "alle correzioni indispensabili -
errori evidenti, sviste, qualche ripetizione" ma, "per tutto il
resto si è preferito mantenere la lezione dell'autore, nella
convinzione che restituire la sua ultima versione sia sempre la
scelta migliore" come sottolinea la nota editoriale a 'Il
quartetto Razumosvsky" in cui ritroviamo la voce autentica dello
scrittore.
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