PORDENONE - "Mi ha sempre affascinato l'uomo che sta dietro al mito letterario, e infatti la storia che ho scritto parla molto più di Ettore Schmitz che di Italo Svevo". Sono queste le premesse de "L'amore danza sull'abisso" (Castelvecchi) di Alessandro Mezzena Lona, presentato in anteprima a Pordenonelegge. Una storia che affonda le radici nei fatti realmente accaduti, attingendo a piene mani da lettere, diari e testimonianze per la costruzione di luoghi e personaggi, per poi crescere e dipanarsi in una narrazione di fantasia in cui Ettore Schmitz si trova invischiato nell'omicidio di una donna. "Sarà capitato a molti di sentire le notizie che circolavano su Svevo, estremamente contraddittorie: qualcuno diceva che era un genio egoista e gretto, altri lo raccontavano come un uomo simpaticissimo, uno scherzoso intrattenitore", ha fatto notare l'autore. "Schmitz era nevrotico e tormentato, specialmente dalla mancanza di successo delle sue opere letterarie. Basti pensare che l'unica recensione che riuscì a ottenere sul Corriere della Sera, ad opera di un altro triestino, era negativa". "Ho cercato di non nascondere niente, nemmeno gli aspetti che oggi verrebbero visti di cattivo occhio, come la sua passione per le donne molto giovani", ha spiegato Mezzena Lona. "Ho voluto mostrarlo come una persona vera, tracciando la figura di un uomo buffo, distratto, con la testa tra le nuvole e una gran passione per il mangiare: ho voluto restituire alla sua immagine quell'umanità che forse la sua fama di geniale scrittore di romanzi complicati ci ha fatto perdere di vista".
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