(di Marzia Apice) AA.VV., QUI GIACE UN POETA.
60 VISITE A TOMBE D'ARTISTA (Jimenez Edizioni, pp.336, 20 euro).
C'è chi vuole portare il proprio doveroso tributo in segno di
riconoscenza, chi mantiene lo spirito avventuroso e "di
scoperta" tipico del viaggio, chi ancora (e forse sono i più
numerosi) desidera raccontare qualcosa di sé o comunque aprire
un "canale" di comunicazione con un "maestro" che abita ormai
l'aldilà, per tutti però l'incontro con l'ultima dimora
dell'autore così visceralmente amato costituisce un bisogno, la
rappresentazione "fisica" di un atto d'amore e, spesso, anche di
fede. È un pellegrinaggio letterario nella morte che però parla
molto di vita e di passione poetica il libro "Qui giace un
poeta. 60 visite a tombe d'artista", in uscita il 29 ottobre per
Jimenez Edizioni. Il libro, un "esperimento" a metà tra la guida
di viaggio e la raccolta di racconti, riunisce oltre 50 autori
italiani e stranieri - tra scrittori, artisti, editori,
giornalisti, librai e blogger - accomunati dalla passione per i
viaggi sulle tombe di poeti e romanzieri.
I luoghi del libro sono i più diversi: ci sono tombe sperdute in
cimiteri di campagna e altre al centro delle città, lapidi di
fronte al mare o a ridosso di un bosco, alcune discrete e altre
più sfarzose. E mentre si viaggia, nomi noti e meno noti, alcuni
celeberrimi, si rincorrono tra le pagine: Massimiliano Governi
va sulla tomba di Sandro Onofri, Daniele Mencarelli su quella di
Camillo Sbarbaro, Barry Gifford cammina tra i cimiteri di Parigi
e Venezia, Matteo Trevisani scrive in ricordo di Giordano Bruno,
Giovanni Dozzini va in cerca di Elio Vittorini, Tyler Keevil
vaga tra le brughiere gallesi con Dylan Thomas, Nicola
Manuppelli si mette sulle tracce di William Butler Yeats, Robert
Forster, Liborio Conca e Giorgio Ghiotti si recano al cimitero
acattolico di Roma a rendere omaggio a John Keats, Antonio
Gramsci e Andrea Camilleri. Anche se può sembrare strano, dal
momento che si parla di atmosfere funeree, di perdita
definitiva, di cimiteri e lapidi, tuttavia il volume è davvero
un racconto poetico e nostalgico permeato dalla vita, non dalla
morte, perché troppo profonda, attuale, ancora necessaria è
l'eredità lasciata dagli autori, considerati come maestri,
guide, bussole nel caos della vita quotidiana.
Diviso in tre parti (la prima è dedicata alle tombe di poeti e
scrittori; la seconda svela la fine, post mortem, di alcune
celebri coppie della letteratura; infine la terza, in cui alcuni
autori raccontano le tombe di personaggi che possono definirsi
poetici, come Ayrton Senna e De Andrè), di certo il libro
colpisce il lettore con la sua originalità. Con il suo
prepotente desiderio di vita e di bellezza, "Qui giace un poeta"
ha la capacità di comporre - sfruttando l'eterogeneità di stili,
toni e sguardi - un variegato mosaico di pellegrinaggi
letterari, mettendo al centro letture, emozioni, ricordi,
aneddoti e riflessioni scaturiti dall'incontro con gli autori
prediletti, ma anche le storie suggestive delle lapidi e dei
cimiteri.
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