PAOLO RUFFILLI, FUOCHI DI LISBONA
(PASSIGLI EDITORI, PP 176, EURO
17,50). Un omaggio esistenziale al genio letterario di Fernando
Pessoa attraverso un viaggio nella sua città, "quel terrazzo
sull'orlo dell'abisso: un bastione per la vita, a reggerla e a
salvarla dal vuoto con il quale confinava". E' il libro 'Fuochi
di Lisbona' che segna un fortunato ritorno al romanzo di Paolo
Ruffilli, poeta, scrittore e critico letterario, in un'opera la
cui lenta e progressiva elaborazione dice già molto della stessa
storia lì narrata. Scritta in prima stesura nel 2012 e pronta
per essere inviata all'editore per la pubblicazione, non venne
però presentata su scelta dell'autore, che non la riteneva
matura, preferendo lavorarci ancora e attendere il momento
giusto, finalmente arrivato. Una scelta più unica che rara,
rispetto ai tempi e alle mode dell'odierna narrativa, che
risalta nel libro in quella ricerca involontaria del tempo
giusto, perfetto, segnato dall'incontro tanto atteso nei sogni
quanto casuale nella realtà. E infatti il protagonista del
romanzo ambientato nei giorni nostri incontra inaspettatamente,
partecipando per l'appunto a Lisbona a un convegno su Pessoa,
una donna destinata a cambiargli l'esistenza, il cui nome è, non
casualmente, quello di Vita. L'opera fa fin da subito un salto
sin dentro la parte più intima del vissuto del poeta portoghese,
rappresentato dalle citazioni di scritti e soprattutto lettere
alla giovane Ophélia Soares Queiroz, il grande e unico amore di
Pessoa, che si intrecciano con la relazione amorosa del
protagonista e di Vita nella città dove il sole divampa "sulle
case facendone un vasto specchio ustorio" e "la pienezza della
luce" riempie "cancellando ogni interstizio e vuoto". Fino alla
fusione dei due piani, la citazione e la narrazione, esaltata
dal ricorso costante alla prima persona, quando le parole di
Pessoa escono dalla bocca del protagonista rivolte a Lei. Ne
emerge quindi un omaggio che diventa dialogo del tutto riuscito
col genio portoghese, che Ruffilli porta a compimento con la
forza trascinante del rendere vivo, attuale e presente il
messaggio di Pessoa e la sua magia, in un rapporto sempre in
bilico tra concreto e spirituale. Il romanzo ha un senso
idealmente circolare, dato dalla nota di lettura che si incontra
oltre i confini dell'ultimo capitolo, ed è firmata da Antonio
Tabucchi: considerato il maggiore esperto di Pessoa, scrittore
tradotto in numerose lingue che aveva redatto ancora sul
dattiloscritto di Ruffilli quelle pagine. Tabucchi scomparso
proprio nel 2012, l'anno della pubblicazione rinviata, definiva
così 'Fuochi di Lisbona': "è un romanzo sull'amore e la
passione, oltre che d'amore e di passione, come conoscenza viva
delle cose negli universi opposti di un uomo e di una donna".
Qualcosa destinato a ripetersi ogni volta, in modo sempre
diverso, unico.
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