(di Marzia Apice) DONATA COLUMBRO, TI SPIEGO IL DATO (Quinto Quarto, pp.142, 16 euro.
Illustrazioni di Agnese Pagliarini).
"I dati non sono neutri o rigorosi di per sé: al
contrario, possono anche mentire e ingannare. Ecco perché
conviene imparare a leggerli per saperli interpretare": da
questa premessa parte Donata Columbro per spiegare il motivo che
l'ha spinta a scrivere "Ti spiego il dato", edito da Quinto
Quarto e illustrato da Agnese Pagliarini. "Partendo dalla mia
rubrica su Instagram #tispiegoildato, ho pensato che fosse
giusto provare ad avvicinare ai dati anche chi non ha alcun
interesse diretto nel conoscere questo mondo. Da qui è nato il
libro che si rivolge a un pubblico di giovani e di non addetti
ai lavori, proprio per diffondere la curiosità e il piacere di
una cultura di questo tipo", spiega Columbro in un'intervista
all'ANSA. L'autrice, che il 29 maggio sarà al festival
Internazionale Kids a Reggio Emilia per incontrare bambini e
ragazzi e spingerli a "guardare la realtà in modo diverso", ha
costruito il libro come una sorta di cassetta degli attrezzi, in
cui al linguaggio semplice e ai tanti esempi pratici e
divertenti si accompagnano i disegni di Pagliarini e una lista
di cose da fare utili per districarsi nell'infinità di tabelle e
grafici, numeri, curve e proiezioni che affollano la nostra vita
e anche l'informazione. Non è un mistero che i dati siano
ovunque e che noi tutti li produciamo, con il nostro corpo, per
esempio, anche senza fare niente, semplicemente vivendo: ecco
perché conviene davvero iniziare a capirci qualcosa e il libro è
fatto apposta per questo intento. "I dati ci riguardano e non
sono affatto lontani da noi: con la pandemia lo abbiamo capito
bene", prosegue Columbro, "nel libro faccio tanti esempi calati
nel quotidiano e soprattutto spingo il lettore all'osservazione.
Guardarsi attorno è il modo più efficace per provare a scoprire
i dati nascosti e come le informazioni possano essere poi
misurate". "L'importante - aggiunge - è far capire ai ragazzi
che ciò che pensiamo riguardi solo noi in realtà può riguardare
anche gli altri. E ovviamente per scoprirlo basta raccogliere
dati". Proprio in un momento in cui si parla spesso
dell'opportunità di usare i dati per combattere le fake news,
oltre che per comprendere il mondo che ci circonda, un libro
come questo appare uno strumento valido e utilissimo,
soprattutto perché si rivolge in primis alle nuove generazioni,
forse le più influenzabili e fragili da questo punto di vista.
Il glossario per esempio, posto alla fine del volume, rende
chiari termini che possono apparire un po' difficili, da
metadati a quantified self, da swolf a data sonification, da
small data a cherry picking, tutte parole che compaiono sulle
pagine dei giornali, spessissimo sul web e anche nei tg. "Non si
pensa quasi mai che i dati possano essere usati per produrre
fake news ma purtroppo è così", afferma ancora, "lo abbiamo
visto con Trump e con la sua propaganda fatta con i numeri. E in
tutti i temi caldi dell'attualità il dato viene oggi usato per
corroborare una o l'altra tesi perché sembra neutro anche se non
lo è". Come difendersi allora? "Basta fare le domande giuste,
chiedersi quale sia la metodologia usata, a chi si riferisce il
dato o se un dato è assoluto - conclude - solo così possiamo
imparare a leggere e interpretare tutti i dati che ci vengono
spacciati sempre per veri".
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