Quando si dice mai dare nulla per scontato. I (sei) figli di Sting non riceveranno una sterlina del patrimonio del padre (qualcosa come 225 milioni di euro). "Nella vita si deve lavorare", dice la rockstar in una lunga intervista rilasciata al domenicale Mail on Sunday. "I miei figli lo sanno, ne abbiamo parlato".
Sting - che viene da una famiglia 'working class' dell'Inghilterra del nord, e dalla quale è fuggito in tenera età per seguire i propri sogni - sa che avere per padre una delle stelle del firmamento della musica contemporanea mondiale non è semplice. "Su di loro incombe la mia ombra: ricchezze, successo. E' dura per i miei figli. E io sono stato chiaro: non ci sarà molto da spartire quando io non ci sarò più perché i soldi li stiamo spendendo!".
Dietro la rockstar, infatti, c'è un piccolo esercito di persone - 100, più o meno - che vanno pagate per tenere in piedi la baracca. "Ci prendiamo un sacco di impegni. Quello che entra lo spendiamo, e non ne resta un granché". Che sia vero o no, poco importa. E' la filosofia (non la contabilità) che pesa. "Di certo - aggiunge - non lascerò loro ricchi fondi fiduciari: sono solo fardelli da portare sulle spalle. I miei figli devono lavorare. Lo sanno e di raro mi chiedono qualcosa. Cosa che io rispetto molto e apprezzo".
"Certo - chiosa Sting - dovessero mai essere in difficoltà andrei in loro aiuto. Ma non ho mai dovuto farlo. Possiedono l'etica del lavoro e la spinta ad avere successo grazie alle loro forze. La gente dà per scontato che siano nati con la camicia e cresciuti nella bambagia, ma in realtà non hanno ricevuto molto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA