Un'opera rock, un rito collettivo da consumare nei teatri di tutta Italia: Gianna Nannini ha voluto un tour a sua immagine e somiglianza per Hitstory, raccolta di classici e inediti uscita a fine ottobre che si avvicina rapidamente al disco di platino. E il pubblico ha risposto con entusiasmo, facendo il tutto esaurito a Torino, prima tappa domenica sera del viaggio per l'Italia della star, che dopo l'estate inizierà a lavorare ad un nuovo album. "E' un concerto che, finalmente, permette al pubblico di godersi lo spettacolo - dirà più tardi dietro le quinte, incontrando i giornalisti, la Nannini -. Quello che conta qui è la musica, la voce. Nient'altro". Messaggio apprezzato dai 1.600 spettatori dell'Auditorium del Lingotto, pronti ad applaudire l'artista toscana nella prima delle 36 tappe lungo tutta la penisola, fino al concerto del 28 agosto a Malta. Almeno tre le generazioni presenti e scatenate, a dispetto del servizio d'ordine un po' troppo severo, al ritmo di 'Fotoromanza', 'I maschi', 'Bello e impossibile' e 'Un'estate italiana'.
Il manager David Zard si scuserà, dopo la serata, per l'eccesso di zelo della sicurezza. "Volevamo evitare che la gente tenesse sempre il telefono in mano - spiega Nannini -. E' successo anche a me, ma così ci si perde lo spettacolo ed è un peccato". Sono da poco trascorse le 21 quando Gianna, chiodo rosso di pelle e carica di energia, irrompe sul palco: le note sono quelle dell'intramontabile 'America'. L'esordio è quasi punk, con 'Avventuriera', che mancava in scaletta da vent'anni, 'Possiamo sempre' e 'Vita nuova'. Un'influenza, quella della musica d'avanguardia anni '70, che la rocker senese racconta aver influenzato la sua impronta stilistica inconfondibile. "Insieme alla musica francese, come quella di Edith Piaf. Quelli che cantano come me, però, sono già tutti morti - scherza nel backstage - come Kurt Cobain, Janis Joplin o Nina Simone. Gente con il canto viscerale, da musica nera". Per Hitstory Tour la rocker senese è circondata dall'abbraccio della sua band, con alcuni innesti interessanti, come il giovane batterista Moritz Muller, tedesco dall'indole quasi metal. Sul lato opposto della scena, il sestetto d'archi Red Rock Strings. "Finalmente ho il palco magnifico che volevo", dice prima di dedicare al pubblico 'Meravigliosa creatura'.
Più tardi lo ribadisce alla stampa: "E' grazie a David Zard - manager che ha portato in Italia opere come Notre-Dame de Paris di Cocciante, nel 2002, e Romeo e Giulietta nel 2013 - se ho potuto realizzare un progetto che aspettavo da tanto. Suonare con 14 persone mi dà grandissima energia". Una scaletta serrata, quella costruita dalla Nannini: trenta brani per due ore e un quarto di rock e classici, tra cui trovano spazio anche le cover di 'Lontano dagli occhi' e 'Ciao amore ciao', punti di continuità con il precedente album 'Hitalia'; gli inediti 'Amica mia', che porta la firma di Tiziano Ferro, 'Vita nuova', 'Tears' e 'Mama'. "Ho costruito la sequenza in base ai testi, come il libretto di un'opera - racconta la cantautrice - Il risultato è una scaletta dura, soprattutto di fiato". Per affrontarla si è affidata allo stesso coach di Mick Jagger, che allena le star del rock a suon di 'interval training'. Stasera si replica a Torino, poi il tour approderà nei teatri di 24 città. Molto attesa è la data del 14 maggio all'Arena di Verona: questa volta ad accompagnare Gianna Nannini sarà un'intera orchestra, la Bohemian Symphony Orchestra, diretta da Wil Malone e molti ospiti, tra cui Emma Marrone. "Ma il tour non finisce mai - risponde a chi le chiede dei suoi progetti futuri -. Di sicuro dopo l'estate ci sarà un nuovo album, ma per ora mi godo la mia celebrazione".
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