Nel suo percorso, Enzo Avitabile, una delle principali voci della world music, si sente sempre all'inizio: "Qualunque sia il risultato raggiunto, ogni mattina ricomincio. Ho 61 anni se non avessi fatto così non sarei qui". Il musicista lo spiega con un sorriso a Giffoni Experience, dove è stato protagonista di uno degli eventi live gratuiti proposti dal festival con Campania Sound Experience, che vuole far conoscere ai ragazzi gli esponenti del sound campano. "Nel mio suono con i Bottari propongo un linguaggio antico però nuovo, e una riflessione attraverso la musica. Spesso noi vediamo ragazzi che cantano cose di maniera, vecchie e malandate. Allo stesso modo un maestro ottantenne come Roberto De Simone può scrivere un'opera che è stragiovane, perché innovativa. Il mio messaggio è un invito a giovani, che sono tali per energia e stato vitale, ad avere un rapporto con l'arte innovativo e di ricerca. Quando questo succede nascono i grandi fenomeni, come lo è stato Michael Jackson". I giovani, aggiunge, "non hanno bisogno di guida, sono loro che ci guidano, che aprono i varchi per i nuovi linguaggi. Però anche loro si devono mettere in discussione e trovare la loro identità".
Nonostante il momento non facile per le nuove generazioni in Italia, "guardare a un evento come Giffoni nella mia regione - aggiunge Avitabile - mi fa essere ottimista. Vuol dire che le cose ancora si possono fare, con un po'di attenzione, di buona volontà e di coscienza più alta". Il musicista crede che "anche in una terra svantaggiata, sempre che non si abbia a che fare con la guerra e la fame, puoi creare le condizioni per la tua vita".
Per lui, che ha unito nella musica artisti di tante razze e religioni, "è triste vedere come tanti miei testi scritti anni fa siano ancora attuali. Come quello su un uomo che, in nome di dio, uccide un altro dio-uomo". Per fortuna "la musica unisce, riesce ad andare oltre la retorica. Il mondo aspetta ancora la giustizia, l'uguaglianza, la pace. Attraverso il suono e la parola riesci a dirlo andando da cuore a cuore. Si riesce a rivitalizzare quest'attesa. E' nostro dovere oggi essere presente con il linguaggio contemporaneo per ribadire che 'tutt'eguale song 'e criature'". Lui crede fortemente "nell'impegno un po' militante della musica, inteso come raccontare anche il disagio e la sofferenza degli ultimi e delle terre svantaggiate".
Del nuovo disco che uscirà a ottobre, a quattro anni da Black Tarantella, "ancora non posso dire nulla. Ma aver firmato con la Sony, dopo tanta polvere e tanto sudore, è una grande soddisfazione, mi ha dato uno dei momenti più belli della mia vita". Ha anche finito "un'opera sinfonica con Pippo Delbono, per grande orchestra e coro polifonico, che si intitola 'Vangelo', realizzata con l'ente lirico di Zagabria. Io mi muovo in tutte le forme, riscrivo la mia storia, è la mia natura". Avitabile apprezza che Giffoni abbia focalizzato l'attenzione quest'anno sui musicisti napoletani: "Io vedo la musica di uomini che sono napoletani. Per quanto avere le stesse origini non vuol dire che ci sia una distanza breve, si respira la stessa aria, si vivono le stesse contraddizioni, si è figli della stessa scala, delle stesse tracce, come la tammurriata, la pastellessa, ci sono dei denominatori comuni. Quest'iniziativa è bella perché mette l'attenzione sulle nuove forme espressive della musica napoletana... che speriamo siano giovani".
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