Nessuna "macchina" scenica, ma un palco disegnato - e animato - dalle immagini e da linee curve che danno profondità allo spazio. E' un omaggio al passato, anche ammiccando un po' a Broadway ma guardando al futuro, quello che Gaetano Castelli firma per la scenografia del 70/o Festival della Canzone Italiana. Per lui è il diciottesimo e segna il ritorno tra le quinte dell'Ariston dopo 8 anni: "La mia scelta - dice - è stata quella di eliminare completamente le automazioni, sostituendole con elementi scenografici volumetrici progettati in modo da dilatare lo spazio scenico e acquisire la maggiore profondità possibile. E in questo spazio faccio 'danzare' la luce".
Ridotta, ma non eliminata la scala, Castelli riporta l'orchestra ai lati del palco - nel golfo mistico - e ha lavorato soprattutto sull'integrazione tra elementi della scenografia, apparati video e luci: "I principali, i fondali e le quinte - prosegue Castelli - contengono, all'interno, apparati video e sceno-luminosi che, per la prima volta, sono completamente integrati con le luci del direttore della fotografia Mario Catapano. La scena acquista dinamismo grazie alle sue forme sinuose, agli accorgimenti prospettici e alla sincronia con il ritmo musicale di tutti gli effetti luminosi e grafici, personalizzati per ogni artista e sottolineati dal dinamismo della ripresa firmata da Stefano Vicario".
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