"Impossibile limitarsi a suonare quello che Bosso ha lasciato scritto, chi legge la sua musica deve veramente 'interpretare' con un'attenzione costante al suono concreto che si forma via via, momento per momento".
Francesco Libetta, pianista acclamato in Italia e all'estero anche per il lavoro di ricerca del suono perfetto, descrive così lo spirito con cui ha trascritto per piano solo le composizioni sinfoniche del musicista torinese riunite nel doppio album 'Lighting Bosso' che si appresta a proporre con altri brani pianistici del maestro nel tour italiano in partenza da Roma il 28 maggio.
Libetta sarà in scena all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ospite dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia con il pianoforte Borgato Grand Prix 333, il gran coda più grande del mondo che il pubblico romano potrà ascoltare per la prima volta. Il concerto che dà il via alla tournée assume un significato particolare proprio per il forte legame tra Bosso e la Fondazione musicale romana dove, tra l'altro, Bosso tenne il suo ultimo, applauditissimo, concerto con la Quinta e la Settima di Beethoven nel dicembre 2019, pochi mesi prima di morire. Le prossime date per presentare il disco, con il pianoforte tradizionale, saranno in Toscana e nelle Marche tra luglio e agosto, poi Libetta si fermerà per registrare il nuovo doppio album che completerà in autunno il repertorio inedito di Bosso per formazione cameristica in trio pianoforte, violoncello e violino e in duo per pianoforte e violino. La tournée si concluderà il 13 ottobre al Conservatorio di Torino (per il pianista sarà un debutto) per il festival Wanderer Armonie della Sera e a Milano il 23 ottobre al Conservatorio Verdi per Società dei Concerti.
L'esecuzione dal vivo di 'Lighting Bosso - From Bosso to Libetta's Transcriptions' (Sony Classical) - dopo il successo nei mesi scorsi dei concerti a Trieste, San Marino e Lugano - seguirà il filo che accomuna i due artisti: la totale assenza di routine, la concezione dell'evento musicale come accadimento unico ed irripetibile, lontano dal concetto commerciale di 'tournée'. Ogni concerto avrà un impaginato diverso che, pur mantenendo l'idea di iniziale di Libetta del dialogo costante tra la musica di Bosso e i grandi del passato, presenterà ogni volta combinazioni originali, offrendo un'ulteriore occasione di approfondimento, scoperta e ricerca di colori, suggestioni, idee.
Tommaso Bosso, amministratore dell'eredità artistica del musicista, osserva: "Se intendessimo la produzione di Ezio solo come conservazione d'archivio tradiremmo la natura sfidante, anarchica, sperimentale di mio zio, che ha sempre lottato ogni giorno per raggiungere nuovi traguardi e poi gettarseli alle spalle, per affrontare nuove avventure, come un esploratore musicale, quasi masochista nel negare un successo per cercarne un altro sempre nuovo e diverso, più difficile, più ambizioso".
Fondamentale nella musica di Bosso, sottolinea Libetta, "è anche una forma particolare di consapevolezza. Per montare una musica che sa che cosa vuole dire, l'autore sa anche dove andare a trovare i vocaboli necessari, tra autori del passato e sperimentazioni d'avanguardia. In un mondo ammalato di velocità, il discorso di Bosso riesce a recuperare una particolare dimensione temporale, tutta sua. E a prendersi tutto il tempo necessario. Nel quale riesce a disegnare un percorso, emotivo o ipnotico, che non vuole essere fuori di noi, ma dentro".
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