Daniele Gatti torna sul podio di
Santa Cecilia per aprire la rassegna estiva dell'Accademia
Nazionale il 18 giugno con le sinfonie n. 1, 4 e 5 di Beethoven.
Fino al 27 giugno il direttore d'orchestra milanese sarà
impegnato nell'integrale delle nove composizioni che il
musicista tedesco scrisse nell'arco di 25 anni tra il 1799 e il
1824. Il primo appuntamento, alle 20:30, si chiuderà appunto con
la celebre Quinta dall'incipit più conosciuto della storia della
musica.
Seguiranno il 20 giugno la Seconda e Terza Sinfonia "Eroica",
il 25 giugno la Sinfonia n. 6 "Pastorale" e la Sinfonia n. 7.
L'ultimo appuntamento è in calendario il 27 giugno con la
Sinfonia n. 8 del 1814, chiamata dallo stesso autore "piccola
sinfonia" per le dimensioni più ridotte e il ritorno a forme e
sonorità settecentesche, e la Sinfonia n. 9 "Corale" che da poco
ha festeggiato i 200 anni dalla prima esecuzione avvenuta il 7
maggio 1824 al Teatro di Porta Carinzia di Vienna.
Daniele Gatti, direttore principale del Maggio Musicale
Fiorentino e prossimo direttore della Staatskapelle Dresden, ha
sempre frequentato il repertorio beethoveniano sul podio di
grandi orchestre (Münchner e Wiener Philharmoniker,
Gewandhausorchester di Lipsia, Royal Concertgebouw di
Amsterdam), tuttavia non affronta l'integrale da quando tra il
gennaio 2015 e il maggio 2016 lo ha eseguito con la Mahler
Chamber Orchestra. Gatti tra il 1992 e il 1997 è stato direttore
principale dell'Orchestra di Santa Cecilia, con la quale
all'epoca non riuscì a eseguire tutte le sinfonie.
"Proporre l'integrale delle sinfonie di Beethoven con
l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia era un mio
desiderio fin da quando, negli anni Novanta, ne ero direttore
principale - dice -. All'epoca non ero riuscito a farlo e
lasciai il mio incarico stabile con l'integrale delle sinfonie
di Brahms. Negli anni successivi sono tornato con quello delle
sinfonie di Schumann. Adesso abbiamo finalmente trovato la
possibilità di inserire questa 'maratona Beethoven' a fine
stagione, e ne sono particolarmente felice".
Il direttore d'orchestra, in particolare, pensa al pubblico
dei giovani che in una settimana e mezza potranno incontrare il
lascito sinfonico di quello che è forse il più emblematico tra i
compositori. "Mi è infatti capitato spesso - spiega - di parlare
con persone che non conoscevano la musica e la sua storia, tutti
però conoscevano Beethoven. È un compositore che travalica i
confini, che è entrato nella cultura popolare, la cui musica è
un patrimonio universale. Con questo progetto vogliano anche
'prendere in contropiede' ciò che ci aspetta tra tre anni: il
2027 sarà l'anniversario della morte del compositore, e saremo
felicemente invasi dalla sua arte. Credo che questa full
immersion possa essere un'occasione stimolante per tutti: anche
per l'orchestra e per me".
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