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Il teatro nel teatro al centro del Wexford Festival Opera

Il teatro nel teatro al centro del Wexford Festival Opera

Rosetta Cucchi, qui in scena opere trascurate ingiustamente

ROMA, 17 ottobre 2024, 15:12

Redazione ANSA

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(di Luciano Fioramonti) ''L' obiettivo da 73 anni è riconquistare e far conoscere opere che nel tempo sono state dimenticate non sempre a ragione. Talvolta si scoprono gioielli che nessuno avrebbe immaginato di mettere in scena. Ho voluto dare al pubblico la possibilità di guardare oltre il sipario, dove tutto può accadere, con un tocco di leggerezza''. Rosetta Cucchi, direttrice artistica del Wexford Festival Opera, riassume così il senso della kermesse operistica considerata tra le più importanti della scena internazionale che dal 18 ottobre al 2 novembre prossimo nella città irlandese della costa sudorientale proporrà 70 appuntamenti con capolavori rari. ''Il tema di quest'anno, il fil rouge che lega tutto - spiega all' ANSA - è il teatro nel teatro, tre opere principali su ciò che si vede in scena ma anche su quello che c' è dietro, tre titoli con un plot simile ma trattati in maniera completamente diversa''. Si comincia con 'Le Maschere' di Pietro Mascagni con la direzione musicale di Francesco Cilluffo e la regia di Stefano Ricci, poco rappresentata in Italia e una vera rarità per l' Irlanda. Scritta nel 1901 riprendendo il tema della commedia dell' arte abbandonato da tempo, mostra Pantalone, Arlecchino e Colombima che si spogliano delle loro maschere e da essere umani creano una storia vera. La seconda opera è 'The Critic', del 1916, di Charles Villiers Stanford Lear Stanford mai rappresentata in tempi moderni che mostra un librettista, il compositore e un critico che massacrano l' ultima prova di uno spettacolo serissimo trasformandola in un' opera buffa. La regia è dell' irlandese Conor Hanratty, che ha pensato di capovolgere la prospettiva della messinscena immaginando che il pubblico della National Opera House osservi lo spettacolo dal punto di vista delle quinte. La direzione musicale è affidata a Ciarán McAuley, nato in Zimbabwe da una famiglia irlandese. La terza proposta è 'Le convenienze ed inconvenienze teatrali' di Gaetano Donizetti conosciuta in Italia ma del tutto sconosciuta all' estero, su una compagnia teatrale di seconda classe che vorrebbe mettere in scena uno spettacolo ma non riesce nell' intento per invidie e gelosie. Sul podio salirà la giovane direttrice d'orchestra italiana Danila Grassi, la regia è di Orpha Phelan, che sceglie una palestra come sfondo di una delle più argute parodie operistiche dell'opera stessa e avrà tra i protagonisti il personaggio di Mamma Agata, raro caso operistico di "en travesti" al contrario, che sarà interpretato dal basso-baritono italiano Paolo Bordogna. ''A Wexford - sottolinea Cucchi - non si sentiranno mai Traviata, Rigoletto o Trovatore ma si possono ascoltare opere mai viste di grande valore artistico e storico e che meritano di essere messe in scena accanto ai grandi titoli di repertorio''. Sede ufficiale del Festival è la National Opera House, che ospiterà le tre produzioni principali. Primo teatro d'opera polivalente irlandese costruito su misura da Keith Williams ed inaugurato ufficialmente nel 2008, l'edificio è presto diventato un simbolo nazionale. Con la sua acustica considerata straordinaria, è sede di altri appuntamenti: le Pocket Opera come Puccini: man of the theatre, opera di William Niall Morris proposta per i cento anni dalla morte del compositore, e Lady Gregory in America di Alberto Caruso, entrambe "opere tascabili" la cui regia è affidata a giovani artisti internazionali emergenti; e poi I Pagliacci, di Ruggero Leoncavallo inserita nell'Opera Factory, che offre a giovani musicisti irlandesi sostegno per la loro futura carriera. In programma figurano non solo proposte operistiche: il Concerto di Gala, con gli artisti del Festival; i Lunchtime Recitals, eventi in giro per la città per ogni tipo di pubblico tra arie d'opera, oratori, lieder, concerti e canzoni popolari; il Concerto corale con le New Dublin Voices, coro da camera nella caratteristica chiesa di Rowe Street con un repertorio di compositori contemporanei.
   
   

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