(di Luciano Fioramonti)
''L' obiettivo da 73 anni è
riconquistare e far conoscere opere che nel tempo sono state
dimenticate non sempre a ragione. Talvolta si scoprono gioielli
che nessuno avrebbe immaginato di mettere in scena. Ho voluto
dare al pubblico la possibilità di guardare oltre il sipario,
dove tutto può accadere, con un tocco di leggerezza''. Rosetta
Cucchi, direttrice artistica del Wexford Festival Opera,
riassume così il senso della kermesse operistica considerata tra
le più importanti della scena internazionale che dal 18 ottobre
al 2 novembre prossimo nella città irlandese della costa
sudorientale proporrà 70 appuntamenti con capolavori rari. ''Il
tema di quest'anno, il fil rouge che lega tutto - spiega all'
ANSA - è il teatro nel teatro, tre opere principali su ciò che
si vede in scena ma anche su quello che c' è dietro, tre titoli
con un plot simile ma trattati in maniera completamente
diversa''. Si comincia con 'Le Maschere' di Pietro Mascagni con
la direzione musicale di Francesco Cilluffo e la regia di
Stefano Ricci, poco rappresentata in Italia e una vera rarità
per l' Irlanda. Scritta nel 1901 riprendendo il tema della
commedia dell' arte abbandonato da tempo, mostra Pantalone,
Arlecchino e Colombima che si spogliano delle loro maschere e da
essere umani creano una storia vera. La seconda opera è 'The
Critic', del 1916, di Charles Villiers Stanford Lear Stanford
mai rappresentata in tempi moderni che mostra un librettista, il
compositore e un critico che massacrano l' ultima prova di uno
spettacolo serissimo trasformandola in un' opera buffa. La regia
è dell' irlandese Conor Hanratty, che ha pensato di capovolgere
la prospettiva della messinscena immaginando che il pubblico
della National Opera House osservi lo spettacolo dal punto di
vista delle quinte. La direzione musicale è affidata a Ciarán
McAuley, nato in Zimbabwe da una famiglia irlandese. La terza
proposta è 'Le convenienze ed inconvenienze teatrali' di Gaetano
Donizetti conosciuta in Italia ma del tutto sconosciuta all'
estero, su una compagnia teatrale di seconda classe che
vorrebbe mettere in scena uno spettacolo ma non riesce nell'
intento per invidie e gelosie. Sul podio salirà la giovane
direttrice d'orchestra italiana Danila Grassi, la regia è di
Orpha Phelan, che sceglie una palestra come sfondo di una delle
più argute parodie operistiche dell'opera stessa e avrà tra i
protagonisti il personaggio di Mamma Agata, raro caso operistico
di "en travesti" al contrario, che sarà interpretato dal
basso-baritono italiano Paolo Bordogna. ''A Wexford - sottolinea
Cucchi - non si sentiranno mai Traviata, Rigoletto o Trovatore
ma si possono ascoltare opere mai viste di grande valore
artistico e storico e che meritano di essere messe in scena
accanto ai grandi titoli di repertorio''.
Sede ufficiale del Festival è la National Opera House, che
ospiterà le tre produzioni principali. Primo teatro d'opera
polivalente irlandese costruito su misura da Keith Williams ed
inaugurato ufficialmente nel 2008, l'edificio è presto diventato
un simbolo nazionale. Con la sua acustica considerata
straordinaria, è sede di altri appuntamenti: le Pocket Opera
come Puccini: man of the theatre, opera di William Niall Morris
proposta per i cento anni dalla morte del compositore, e Lady
Gregory in America di Alberto Caruso, entrambe "opere tascabili"
la cui regia è affidata a giovani artisti internazionali
emergenti; e poi I Pagliacci, di Ruggero Leoncavallo inserita
nell'Opera Factory, che offre a giovani musicisti irlandesi
sostegno per la loro futura carriera. In programma figurano non
solo proposte operistiche: il Concerto di Gala, con gli artisti
del Festival; i Lunchtime Recitals, eventi in giro per la città
per ogni tipo di pubblico tra arie d'opera, oratori, lieder,
concerti e canzoni popolari; il Concerto corale con le New
Dublin Voices, coro da camera nella caratteristica chiesa di
Rowe Street con un repertorio di compositori contemporanei.
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