David Mamet porta lo scandalo Harvey Weinstein a teatro. Il commediografo e sceneggiatore Premio Pulitzer ha rivelato, nel corso di una intervista per promuovere il suo nuovo romanzo "Chicago" sull'era del proibizionismo, che la richiesta gli e' arrivata "dal suo produttore a Broadway". Lui non lo cita per nome ma probabilmente e' Jeffrey Richards di "Spring Awakening".
"Mi ha detto: 'Perche' non scrivi un testo su Weinstein?' E io l'ho fatto".
Non ci sono ancora date o una location per l'andata in scena del testo teatrale intitolato "Bitter Wheat", ma un critico del Chicago Tribune ha ipotizzato "un grande interesse da parte di un veterano dei palcoscenici della citta' che oggi e' una star di Hollywood" per il ruolo del protagonista. Mamet, che ha esplorato il tema delle molestie sessuali in "Oleanna" del 1992 in cui una studentessa accusa il suo professore, ha al suo attivo anche testi sulla mecca del cinema come la commedia "State and Main" con Alec Baldwin del 1988 e poi "Speed the Plow", la satira dell'industria del cinema andata in scena nel 2008 all'Old Vic: Kevin Spacey, anche lui impigliato nella rete delle molestie, aveva la parte di un produttore disperato.
Realta' e fiction si incrociano in una vicenda che si arricchisce ogni giorno di nuovi capitoli. Dopo aver tirato in causa Jennifer Lawrence e Meryl Streep come testimoni a sua difesa in una causa civile in cui era stato denunciato da sei donne, l'ex deus ex machina di Miramax e' stato costretto a far marcia indietro e a scusarsi.
Gli avvocati di Weinstein avevano usato le attrici, piu' Gwyneth Paltrow che peraltro non e'inclusa nel comunicato del mea culpa, come esempi di donne che lo avevano appoggiato o continuato a lavorare con lui pur essendo a conoscenza della sua storia di molestie e stupri. Harvey intanto continua la sua vita nell'autoimposto esilio di Scottsdale, in Arizona, dove si e' ritirato quattro mesi fa per sottoporsi a terapie di riabilitazione in una clinica per vip e dove risiede in un compound di lusso: spese che tuttavia rappresentano spiccioli rispetto ai conti delle azioni legali e del divorzio dalla seconda moglie Giorgina Chapman. Secondo Jason Lyn, un avvocato citato dal Los Angeles Times, la bolletta degli avvocati di Weinstein potrebbe facilmente superare il milione di dollari al mese.
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