Applausi finali ma anche qualche
isolato buuh ieri sera al Carlo Felice di Genova per la prima di
Traviata tornata in scena a poco più di un anno dalla sua ultima
apparizione genovese. Opera popolare come poche, ha ancora una
volta attirato una folla di melomani. Traviata è stata
riproposta nello stesso allestimento della sua ultima
realizzazione, con la regia di Giorgio Gallione, impostata su
una sorta di flashback e segnata da atmosfere lugubri e di morte
che accompagnano l'intera vicenda della protagonista,
intorpidendo anche i momenti apparentemente festosi; e la scena
di Guido Fiorato che ha optato per un palcoscenico spoglio,
sovrastato solo da un gigantesco albero all'inizio luccicante e
alla fine rinsecchito e riverso a terra, accanto a Violetta.
Nuova era invece la lettura musicale di Daniel Smith, direttore
principale ospite del Carlo Felice che però aveva convinto
maggiormente nelle sue più recenti performance sinfoniche
rispetto alla interpretazione offerta ieri. Il suo Verdi è parso
infatti un po' troppo nervoso, sonoro, affrettato con qualche
momento di squilibrio fra palcoscenico e buca.
Lana Kos, figura scenicamente piacevole, ha nel ruolo di
Violetta un ampio margine di maturazione. Non irreprensibile nel
primo atto, ha però regalato una bella e convincente prova nel
secondo restituito con bel temperamento e buone soluzioni
espressive. In particolare da sottolineare il duetto con Giorgio
Germont interpretato in modo lodevole da Rodrigo Esteves.
Stefano Secco ha vestito con qualche difficoltà i panni di
Alfredo. Completavano il cast Marta Leung, Paola Santucci,
Didier Pieri, Claudio Ottino, Riccardo Crampton, Manrico
Signorini. Repliche fino a domenica.
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