Applausi, stacchi da musical,
divertimento ma anche commozione e profonda riflessione sulla
condizione di chi sta in carcere e del rapporto con il mondo 'di
fuori' e con la propria colpa: è arrivato dritto il messaggio
dello spettacolo 'Dalle sbarre alle stelle', messo in scena ieri
al teatro del carcere di Pescara. A recitare dieci detenuti
davanti a un pubblico di 170 persone, anche familiari.
L'iniziativa del Teatro Stabile d'Abruzzo, diretto da Simone
Cristicchi, ha visto come testimonial d'eccezione l'attore
Flavio Insinna. Lo spettacolo, diretto dal regista Ariele
Vincenti, mette in scena la storia di Attilio Frasca raccontata
nel libro 'Cento lettere. Dalle sbarre alle stelle' (edizioni
Itaca) scritto da Fabio Masi, regista Rai e tra le firme di
Blob, e dallo stesso Frasca, che sta scontando una pena a 30
anni. Sul palcoscenico i dieci anni di corrispondenza tra Frasca
e il suo amico di sempre, Massimo, interpretato da Insinna come
voce narrante.Un'ora di emozioni in cui la vita esterna e il
regime di detenzione si alternano in una commistione che non fa
sconti morali. Sopra tutto aleggia quel concetto di 'redenzione'
che culmina nella scena finale pensata come un'ultima cena e
sulla quale le luci si spengono facendo arrivare, potente, la
richiesta di poter avere un'altra possibilità.
"Ci salviamo solo insieme. La vita è insieme - afferma
Insinna - la vita è l'arte dell'incontro. Qui si viene senza
pregiudizio". In prospettiva, come ha riferito il direttore
della casa circondariale di Pescara, Franco Pettinelli, l'
intenzione di promuovere il progetto educativo anche in teatri
di Pescara e Chieti, in incontri definiti con l'Ufficio
scolastico regionale. "Il cambiamento è possibile - dice
Pettinelli - se anche noi ci impegniamo e tendiamo la mano". In
un messaggio il Provveditore regionale per l'amministrazione
Penitenziaria, Cinzia Calandrino, sottolinea il concetto di
"società inclusiva".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA