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Al Teatro Nazionale di Genova maratona di James e Britten

Al Teatro Nazionale di Genova maratona di James e Britten

'Il giro di vite' e 'The turn of the screw'

GENOVA, 13 ottobre 2024, 11:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una maratona nelle cupe atmosfere di James e di Britten. Ieri sera per l'inaugurazione congiunta del Teatro Nazionale e del Carlo Felice sono andati in scena al Teatro Ivo Chiesa "Il giro di vite" di Henry James nella coinvolgente trasposizione teatrale firmata da Carlo Sciaccaluga e "The turn of the screw" di Britten, ispirata allo stesso romanzo di James.
    Un impegno artistico rilevante che è stato in parte toccato da uno sciopero indetto dalla Cgil e che ha interessato il comparto tecnici del Carlo Felice, costringendo Davide Livermore (firmatario della regia di entrambi gli spettacoli) a rivedere e ridimensionare l'aspetto visivo: l'azione scenica infatti è stata limitata all'essenziale e sono mancati quegli effetti che erano stati immaginati, ad esempio, per rendere drammaticamente le apparizioni degli spiriti. Nell'introdurre la serata, lo stesso Livermore ha invitato il pubblico a ritornare gratuitamente a vedere lo spettacolo nella sua interezza.
    L'operazione proposta, indubbiamente originale, si è rivelata particolarmente utile per il pubblico perché i due lavori, pur autonomi, sono parsi fra loro complementari.
    Il romanzo di James, scritto nel 1898, è ambientato in una casa della campagna inglese nella quale vivono due bambini orfani. La tranquillità della casa viene turbata dalle apparizioni degli spiriti del vecchio servitore e della precedente istitutrice che cercano di attrarre i due bambini ai quali erano morbosamente legati. Nel tradurre e adattare alla scena il romanzo di Henry James, Carlo Sciaccaluga ha operato una sorta di sintesi fra lo stesso James e Britten: ha scritto un prologo nuovo, inserito elementi che non si trovano nel romanzo, ma nel libretto che Myfanwy Piper ha realizzato per Britten. Il lavoro di Sciaccaluga, insomma, ha suggerito risposte che James non ha dato, lasciando molti interrogativi aperti (il tema, ad esempio, della pedofilia centrale tanto in James quanto in Britten), e ha allargato la prospettiva sul tema centrale, il male.
    Componendo "The turn of the screw" per il Festival di Venezia del 1954, Britten ha creato infatti una delle sue partiture più profonde. Originale l'organico (13 soli strumentisti e sei voci), particolare la scrittura vocale, rigorosa la costruzione del materiale originato da un tema di dodici note che funge da base per le splendide variazioni strumentali e per le sedici scene dei due atti. Venendo allo spettacolo, la lettura è parsa convincente grazie all'intelligenza interpretativa di Livermore che, sulla scena unica e scarna di Manuel Zuriaga ha saputo lavorare al meglio con attori e cantanti.
    Eccellenti i due cast di attori e cantanti: Linda Gennari e Karen Gardeazabal (l'Istitutrice), Gaia Aprea e Polly Leech (Mrs Grose), Aleph Viola e Valentino Buzza, (Quint), Virginia Campolucci e Marianna Mappa (Miss Jessel), Ludovica Iannetti e Lucy Barlow (Flora), Luigi Brignone e Oliver Barlow (Miles).
   
   

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