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Stefano Massini debutta al Carignano con Mein Kampf

Stefano Massini debutta al Carignano con Mein Kampf

Ispirato al saggio n cui Hitler delinea l'ideologia del nazismo

TORINO, 17 marzo 2025, 14:17

Redazione ANSA

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Lunedì 24 marzo, alle 19.30, Stefano Massini debutta al Teatro Carignano con il suo spettacolo Mein Kampf, ispirato al saggio autobiografico in cui Adolf Hitler delinea l'ideologia del nazismo e il suo programma politico, pubblicato per la prima volta cento anni fa.

Le scene sono di Paolo Di Benedetto, le luci di Manuel Frenda, i costumi di Micol Joanka Medda, gli ambienti sonori di Andrea Baggio.
    Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa, resterà in scena per la stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 30 marzo.
    Era il 1924, anno di nascita di Mein Kampf dettato dal giovane Hitler nella cella del carcere di Landsberg.

Nel 2016 la Germania ne consentì la diffusione dopo anni di divieto, ritenendo che solo la conoscenza può evitare il ripetersi della catastrofe. Per anni Massini ha lavorato incrociando la prima stesura del libro-manifesto con i testi e i comizi del Führer oltre che con gli immensi materiali delle Conversazioni con Hitler a tavola raccolte da Picker, Heim e Bormann.
    "Oggi siamo abituati, soprattutto i giovani - spiega Massini - a virtualizzare: la rabbia si sfoga sotto forma di insulto online. L'attacco, la concorrenza, la competizione, l'antagonismo, il bullismo avvengono sotto forma di hate speech, di body shaming: sono parole digitate e lanciate nella rete. Il corpo non esiste, è tutto virtuale, è tutto 'a parole'. Poi, davanti alla fidanzata, al fidanzato, che si è stancata o stancato di te si va in tilt perché non si è abituati ad avere un rapporto con il corpo, perché la violenza fisica è altro da quella verbale. Qui accade lo stesso: Hitler parla, con un tono enfatico, barocco, compiaciuto, strabordante, logorroico.
    Affastella parole su parole, sulla pagina bianca che è la scena dello spettacolo, fino a quando cominciano a precipitare oggetti concreti: una valigia, un cappotto, un paio di scarpe. Cadono quintali di libri, si infrangono vetri. È un continuo costringere a ricordare, un caveat, un promemoria del fatto che le parole hanno conseguenze. È un monito per il pubblico più giovane a riflettere".
   

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