"Grazie nonno, perché ci hai dato gli
strumenti per capire il mondo. Perché mentre ci raccontavi
l'importanza dei tuoi maestri, diventavi tu uno dei nostri.
Perché ci hai aiutato a seguire con passione i nostri sogni e
alla nostra generazione questo serve, il coraggio". E' forse
nelle parole dei nipoti che portano la bara e poi uno dopo
l'altro si avvicendano a raccontare "il nonno", che si riassume
il lascito a più di una generazione di italiani di Ettore
Bernabei, storico direttore generale della Rai dal '61 al '74,
morto il 13/8 a 95 anni, i cui funerali si sono tenuti nella
chiesa di Sant'Eugenio a Roma.
In prima fila i sette figli (Paola è scomparsa qualche anno
fa) e i tantissimi nipoti, quasi simbolo di quell'Italia che
Bernabei aiutò a crescere. "Il pluralismo lo ha inventato lui in
televisione", ricorda Sergio Zavoli. "Per la Rai - aggiunge
Giovanni Minoli, marito della figlia Matilde - è stato tutto:
l'alfa e l'omega del servizio pubblico. Poi le eredità, si
possono far fruttare o meno".
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