"Dopo lo choc della pandemia, che ha cambiato le nostre vite, ora dobbiamo capire che questa tragedia può rappresentare un'occasione importante per la ricostruzione del paese. Bisognerà uscirne un po' meglio di prima, i soldi dovranno servire ad affrontare i temi strutturali. Adesso o mai più. Se fallisce l'operazione del Recovery Fund fallisce il paese e la stessa Unione Europea". E' il leitmotiv con il quale Riccardo Iacona torna al timone di Presadiretta a partire dal 24 agosto, ogni lunedì in prima serata su Rai3. Un ciclo di otto puntate, per poi lasciare come da tradizione il timone a Report e riprendere a gennaio. La ricostruzione del Paese in termini economici, sociali, culturali, scientifici, ambientali sarà al centro delle nuove inchieste. "Avremo uno spazio in diretta un po' più ampio con alcuni ospiti - spiega il conduttore all'ANSA -. La struttura del programma è sempre quella, ma la mia idea quest'anno, anche per dare una eco alle inchieste che facciamo, è avere la possibilità di fare con gli ospiti in studio dei passi avanti per il futuro". Si riparte nel quarto anniversario del drammatico terremoto nel centro Italia, un viaggio all'interno del cratere del sisma per raccontare perché la ricostruzione non è decollata.
"C'è un problema di procedure e di burocrazia, ma è anche vero che un paese non può gestire la ricostruzione con strutture tutte sotto organico - sottolinea il giornalista -. La prima cosa enorme da fare, come chiede anche l'Europa, è rinforzare e rendere scintillante la macchina pubblica, invece noi l'abbiamo tagliata". Poi ci sarà una riflessione sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale che ha sostenuto l'emergenza, tra errori ed eroismi. E ancora: un viaggio sulle origini del Covid-19, sulle cure, la ricerca e la corsa al vaccino; le macerie di una crisi economica senza precedenti nella storia del Paese e la potente risposta europea; la catastrofe climatica e il progetto europeo del Green New Deal. Poi la filiera agroalimentare che, con l'emergenza sanitaria prima e la crisi economica dopo, mostra tutti i suoi squilibri. Infine un'inchiesta sulle tracce dei 49 milioni della Lega.
"Non ci siamo mai fermati, abbiamo lavorato il doppio per seguire tutto quello che si poteva seguire - racconta Iacona -. Purtroppo siamo stati costretti a partire con un mese di ritardo e non abbiamo potuto fare la nostra quota di servizi all'estero, ma abbiamo sfruttato i collegamenti online". "Abbiamo vissuto l'emergenza con ansia - prosegue -, ma anche con l'intensità di chi dice: cerchiamo di sfruttare al meglio quello che succede per rilanciare il paese. Evitiamo che il debito, che lasciamo ai nostri figli, sia solo un debito cattivo". Una puntata sarà dedicata all'esperienza dello smart working, all'esigenza di colmare il divario digitale e ripensare i tempi vita-lavoro per avere una visione di futuro. "E' stata una grandissima occasione di innovazione e credo che ne dovremo tenere conto, non solo perché l'emergenza non è ancora terminata, ma anche perché non è vero che la produttività è direttamente proporzionale al cartellino. La produttività è legata alla responsabilità e all'autonomia di chi presta l'opera".
"In questo periodo si è visto anche quanto sia importante l'informazione quotidiana delle tv generaliste - dice ancora Iacona -. E' un bene prezioso e, come sempre quando c'è più domanda, questa situazione ha determinato un'accelerazione delle competenze, perché siamo riusciti a fare le trasmissioni senza gli ospiti, intervistandoli via Skype. Spero però di non dover mai più rivedere le scene di marzo e aprile. Sappiamo come soffocare sul nascere le catene di trasmissione del virus, serve solo la volontà politica di farlo. Se non lo faremo sarà solo colpa nostra".
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