"Con il cinema italiano stiamo sempre
là, io guardo il Cinetel e ci sono in cima sempre Barbie e
Oppenheimer. C'è qualche film italiano che tenta qualcosa in più
ma è difficile. Interroghiamoci su questo senza farci troppe
masturbazioni, perché non si prendano attori italiani per
interpretare nostre icone. Sono polemiche che lasciano il tempo
che trovano. Ha risposto bene Sofia Coppola è il regista
l'autore che sceglie". Lo dice Carlo Verdone, alla conferenza
stampa per la seconda stagione della serie in 10 episodi da
regista (coadiuvato da Valerio Vestoso), coautore e protagonista
(prodotta da Luigi e Aurelio De Laurentiis) tra autobiografia e
invenzione di Vita da Carlo, al debutto su Paramount+ dal 15
settembre.
Nel cast, con Verdone, tra ritorni, new entry e cameo,
Sangiovanni, Ludovica Martino, Max Tortora, Caterina De Angelis,
Antonio Bannò, Monica Guerritore,Filippo Contri, Stefania Rocca,
Claudia Potenza, Maria Paiato, Fabio Traversa, Claudia Gerini,
Christian De Sica, Gabriele Muccino, Zlatan Ibrahimovic, Maria
De Filippi.
"Hanno chiuso troppe sale - aggiunge Verdone -. Dobbiamo
riflettere su cosa manca al nostro cinema, se il pubblico vuole
altri attori, più novità, che si azzardi di più. I risultati mi
impensieriscono, Io mi auguro che si riprenda, ma probabilmente
si deve cambiare qualcosa nella scrittura. Sono certamente
dispiaciuto perché io sono nato col cinema. mi manca
tantissimo". Abbiamo "tanti bravi attori, ma non si riesce a
invogliare il pubblico, sembra che ormai la sua fruizione per il
cinema italiano sia quella di casa su un piccolo schermo e
spesso nemmeno quella". I risultati di Barbie, sono un successo
per cinema in generale e gli esercenti "ma non per il cinema
italiano. Comunque è un film con un'idea dentro. Io come sono
entrato sono uscito, altri però ne hanno colto più aspetti"
Per Aurelio De Laurentiis, negli ultimi anni "i film italiani
sono molto brutti, mal scritti. Durante i David ho sentito delle
affermazioni così vecchi e stantie, come che non bisogna pensare
al pubblico quando si fa un film. Per me Il pubblico, è sempre
il mio driver, l'ho sempre trattato con grande rispetto".
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