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Veronica Pivetti regista contro omofobia

Veronica Pivetti regista contro omofobia

L'attrice in Né Giulietta né Romeo è madre di un figlio gay

ROMA, 20 novembre 2015, 15:51

Francesco Gallo

ANSACheck

'N Giulietta, N Romeo ' di Veronica Pivetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

'N Giulietta, N Romeo ' di Veronica Pivetti - RIPRODUZIONE RISERVATA
'N Giulietta, N Romeo ' di Veronica Pivetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

  Veronica Pivetti esordisce alla regia con 'Né Giulietta, né Romeo', in sala con Microcinema da giovedì in 20 copie, una commedia su quanto sia difficile per un ragazzo dichiarare alla propria famiglia, apparentemente emancipata, di essere gay. Nel film lei è Olga la madre di Rocco (Andrea Amato), adolescente in cerca di identità sessuale e vittima a scuola di bullismo. Al fianco di Olga anche il suo ex marito, Manuele Bordin (Corrado Invernizzi) padre di Rocco e psichiatra sciupafemmine.
  Scritto a quattro mani dalla stessa Pivetti con Giovanna Gra, il film ha come protagonisti tre amici adolescenti e inseparabili, Rocco (Amato), Maria (Carolina Pavone) e Mauri (Francesco De Miranda), tutti con una grande voglia di crescere e capire chi si è davvero. Rocco non riesce a fare l'amore con Maria e si chiede perché, Mauri invece è un ragazzino un po' obeso pieno di realismo. Un concerto di un cantante rock, icona gay, porterà questi tre ragazzi fino a Milano a fare i conti con la loro sessualità e vera identità, 'inseguiti' dalla caparbia e protettiva madre di Rocco, figlia di una tonica nonna (Pia Engleberth), appassionata di quel Ventennio fascista per lei troppo lontano. ''Volevo far capire con questo film - spiega oggi a Roma la Pivetti - quanto una famiglia possa essere sorda di fronte a un ragazzo che si rivela diverso. Anche perché mi porto dentro i traumi che ho vissuto dai miei genitori e mi ricordo di quanto potessero essere sordi. Mi piaceva raccontare una cosa così delicata in commedia perché è l'abito che indosso meglio come attrice. Il fatto è che viviamo in una società fortemente omofoba e questo va detto''.
  Perché passare dietro la macchina da presa? ''Tale era il desiderio che l'ho fatto - dice la Pivetti -. Sono sempre stata una persona inquieta con forte desiderio di cimentarmi con cose nuove. Sapevo di espormi facendo la regista, quello che succederà me lo sono cercato''.
  E dice poi con orgoglio la neo-regista: ''Amnesty International ha dato il patrocinio a questo film ed è la prima volta che lo fa con una commedia. Lo ha fatto perché parla. allo stesso tempo, di sesso e diritti umani. Per me è come una medaglia''. A chi le chiede come mai, parlando di questo film, abbia fatto riferimento a traumi e chiusure da parte della sua famiglia durante la sua infanzia, risponde la regista:''La trovo una domanda un po' indiscreta. Sono fatti miei. Certe cose non le dirò mai''.

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