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'Alice e il sindaco', politica e sentimento

'Alice e il sindaco', politica e sentimento

Dal 6 febbraio il film di Pariser con Fabrice Luchini e Heimann

ROMA, 07 febbraio 2020, 10:20

di Francesco Gallo

ANSACheck

La locandina di Alice e il sindaco - RIPRODUZIONE RISERVATA

La locandina di Alice e il sindaco - RIPRODUZIONE RISERVATA
La locandina di Alice e il sindaco - RIPRODUZIONE RISERVATA

 'Alice e il sindaco' di Nicolas Pariser, in sala dal 6 febbraio con la Bim con protagonisti Alice Heimann e Fabrice Luchini, mescola passione politica e sentimento, una sorta di omaggio-sequel al film di Éric Rohmer, L'albero, il sindaco e la mediateca dove protagonista era un giovane Luchini insegnante dal cuore socialista nella Francia rurale. Questa volta l'attore francese è invece Paul Theraneau, sindaco di Lione a qualche mese dalle elezioni municipali. Un politico che dopo trent'anni di attività si sente come svuotato, non ha più un'idea. E così, con un azzardo di sceneggiatura molto francese, il sindaco chiama in suo soccorso una giovane ragazza, Alice (Heimann), una filosofa trentenne abbastanza disincantata, che ha come singolare missione dare nuove idee e stimoli al politico. Ora va detto che Alice, nonostante l'originalità del suo lavoro, è davvero brava tanto da diventare indispensabile al sindaco, una cosa che la renderà presto antipatica allo staff del politico. Il contributo di Alice sarà così fondamentale per ricucire quel rapporto con la società che questo politico socialista non ha ormai più. E questo in una deriva di linea più radicale che cerca di separare appunto le cose della politica con gli affari, le banche. Erede di Rohmer, Nicolas Pariser autore nel 2015 del thriller politico 'Le Grand Jeu', dice di questo suo film già passato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes:"La figura del sindaco era un mio capriccio, perché volevo qualcuno di rilievo, ma non un ministro o un deputato, bensì una figura padrona del suo ambiente. Volevo insomma 'un piccolo re', di un piccolo regno, con una piccola Versailles, quindi il sindaco di una cittadina era perfetto. Per quanto riguarda la filosofa - aggiunge il regista - , il punto di partenza era quello di voler ricreare la fiaba di La Fontaine, Il lupo e il cane, ovvero la storia di due personalità estremamente opposte. Così , i miei due personaggi sono da un lato qualcuno che ha vocazione ma riflette poco sulle cose, e dall'altro, una persona che pensa troppo e non sa che cosa farne della sua vita. Volevo mettere a confronto questi due paradossi". Così spiega infine Pariser la 'doppia' anima di 'Alice e il sindaco': "Per me, nel cinema è un bene che ci siano due gambe. È necessario che ci sia una gamba sapiente, ovvero Orwell, La Fontaine, Rousseau e una gamba popolare come il teatro alla Sacha Guitry, uno dei miei registi preferiti. Cercavo un equilibrio tra i due aspetti"

   

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