(di Francesco Gallo) Strano destino quello de L'ARMA DELL'INGANNO - OPERAZIONE MINCEMEAT di John Madden, da una parte terribilmente attuale e perfetto per tematiche - lo spionaggio al servizio delle fake news - e, dall'altra, una storia come oscurata dalla realtà, superata dalla guerra vera che si vede in tv e sui social.
E così non a caso il regista ha sottolineato: "Fare un film così ora? Ci avremmo pensato e ripensato, perché saremmo stati oscurati da quello che sta succedendo.
Il
conflitto russo-ucraino batte tutto in questo momento. È troppo
orribile, troppo spaventoso essere sull'orlo di un precipizio
che potrebbe inghiottirci tutti. Nel 1943 almeno era
inimmaginabile la potenza delle armi che poi si sarebbero
sviluppate. Comunque nessuna volontà da parte mia di fare alcun
parallelo tra le due guerre, non sarebbe corretto".
Il film, già al Bif&st e dal 12 maggio in sala con Warner
Bros, ci porta appunto nel 1943, quando gli alleati stanno
preparando uno sbarco per liberare l'Europa occupata da Hitler.
Il piano previsto è sbarcare in Sicilia, ma è proprio il luogo
che si aspettano i nazisti. La mission così per l'intelligence
diventa far credere che l'attacco sarebbe invece avvenuto in
Grecia. Il compito ricadrà su due agenti, Ewen Montagu (Colin
Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen), che daranno
vita al più straordinario e originale piano di disinformazione
della guerra in cui in qualche modo l'agente operativo è un
cadavere.
Non solo. L'operazione Mincemeat (carne tritata) fu ideata
da Montagu, il quale prese ispirazione però da un'idea di Ian
Fleming (nel film interpretato da Johnny Flynn), suo collega nel
servizio segreto navale britannico.
"Mentre la maggior parte dei film di guerra tendono ad
essere dominati dagli uomini - ha sottolineato Madden - qui ci
sono ben due donne, interpretate da Kelly Macdonald e Penelope
Walton, che sono determinanti per lo sviluppo della storia". E
ancora il regista: "È un vero e proprio film sulla scrittura.
Tutti qui scrivono, incluso uno che conosciamo molto bene come
Ian Fleming che è proprio al centro della storia". La scelta di
Colin Firth? "Se vuoi qualcuno dalla tua parte e sei in guerra
con Hitler chi è meglio di Colin Firth? Una scelta forte,
intelligente, un uomo affidabile e davvero molto gentile. E poi
avevo già lavorato con lui in Shakespeare In Love", ha spiegato.
"Quando è arrivato questo progetto, Firth sembrava perfetto per
questo ruolo, abbiamo dovuto solo apportare qualche modifica in
termini di età di alcuni personaggi".
Per quanto riguarda la storia raccontata nel film, "era una
delle cose che ha affascinato sia me sia la sceneggiatrice,
Michelle Ashford, per la varietà dei toni. C'è un aspetto
comico, uno passionale, ma è anche un thriller e, ovviamente,
una spy story. Il tutto mescolato perfettamente insieme". E
ancora Madden sul fascino di questa storia incredibile, ma vera:
"Mi piacciono i film che sorprendono e questo è davvero pieno di
sorprese. Essere sorpresi nella vita può essere a volte
un'esperienza molto spiacevole, ma questo non vale per un film.
Anzi, l'idea che le tue aspettative vengano ribaltate è un modo
per agganciare le persone a una storia. Anche Hitchcock si è
sempre diviso tra suspense e sorpresa. E noi abbiamo lavorato su
entrambe".
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