FRANCESCA REGGIANI. L'ANGELO DELLE NOVE (BALDINI & CASTOLDI, euro 14.00; 160 pagine).
"Cosa ti mette più tristezza Carla?" le aveva chiesto una volta Maurizio Costanzo. Era il periodo che veniva ospitata spesso e volentieri in quello che fu il primo talk show in Italia. "Senz'altro le televendite" aveva risposto lei accavallando le lunghe gambe. La platea del teatro aveva applaudito spontaneamente. Poi come'è come non è, per civetteria, per denaro, per sfida, alla fine Carla aveva accettato il contratto che Cristiano le aveva proposto, Televendita, come quelle dei gioielli, degli orologi, dei tappeto alle due di notte. E i mitici coltelli. L'angelo delle Nove, l'esordio letterario di Francesca Reggiani, autrice e attrice di cinema e teatro, (esordisce sul piccolo schermo con la tv delle Ragazze con Serena Dandini ndr.) un romanzo divertente sulla difficoltà delle relazioni.
La protagonista di questo romanzo è Carla Donati, un personaggio televisivo, avvenente nonostante abbia passato da tempo i quaranta, nuova testimonial di un seggiolino pancia piatta-brucia grassi. Se qualcosa nella sua vita non va, può sempre chiedere un consiglio via Skype ad Alessandra, la sorella che vive a Berlino, o a Cristina, la più amata fra le amiche o, ancora, farsi divinare il futuro da Andreina, cartomante per diletto e notaia di mestiere. Quando ha voglia di socializzare, c'è sempre un vernissage o una raffinata cena segreta, nuovo fenomeno sociale che funziona col passaparola, che si svolge in prestigiose case private trasformate per una sera in veri e propri ristoranti. In una di queste cene conosce Fernando, uomo dai mille mestieri, che si prende gioco dei suoi sentimenti. I problemi di Carla con l'universo maschile finirebbero qui se non riconoscesse, in una foto a una mostra, il padre che ha abbandonato lei e la sua famiglia trent'anni prima. Seguendo le sue tracce, s'imbatte in un affascinante ristoratore fiorentino, Bruno. Ma, ancora una volta, Carla dovrà trovare in se stessa la forza di andare avanti.
Un libro divertente che allo stesso tempo fa riflettere e non manca qualche punto di amarezza: - ''Oggi - scrive l'autrice - viviamo in un paese di persone licenziate, cassintegrate, esodate, pensionate, private di tutto ma non di youPorn, gente che ha a disposizione una marea di tempo e che quindi passa il tempo davanti al computer venti ore al giorno, a venti centimetri dallo schermo, che gli rimanda immagini di particolari dei corpi delle donne.
E' come se l'uomo non fosse più capace di leggere un corpo nel suo insieme e le immagini indugiano ossessivamente sui particolari. E' come se l'uomo si rifacesse gli occhi, ma questi nuovi occhi hanno un difetto di fabbricazione: mettono a fuoco solo i dettagli del corpo femminile. L'uomo, la donna, non la vuole più conquistare, la vuole zummare, la cosa peggiore che ti può dire oggi non è ''non ti voglio'' ma sei ''sfocata''.
Quando la sera torna a casa e guarda la moglie vera, non la riconosce più, non gli piace più. "Ma che è uno scherzo? Ho sbagliato applicazione?". Prova a eliminarla con i suoi mezzi: prova a cambiarla con il telecomando, ma lei non non si sposta; prova a eliminarla nella spam non ci va. Perchè lei è in Alta definizione, è in carne e ossa e lui se la deve tenere così com'è. Siamo tutti un pò confusi, spaesati...''.
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