GIUSEPPINA MELLACE, UNA GRANDE TRAGEDIA DIMENTICATA, LA VERA STORIA DELLE FOIBE (PP. 328, EURO 9.90). Ha vinto il premio a Giardini Naxos, per la "saggistica storica", al concorso internazionale 'Il Convivio', il libro di Giuseppina Mellace dal titolo "Una grande tragedia dimenticata - La vera storia delle foibe". Il saggio parte da una analisi delle vicende storiche della regione giuliana nel primo Novecento, utilizzando anche le testimonianze scritte di intellettuali triestini come Giani Stuparich e Scipio Slataper. Descritta l'ascesa del fascismo, l'autrice romana si sofferma sui campi di internamento e di concentramento italiani e sulle conseguenze dell'armistizio siglato l'8 settembre del 1943. Mellace entra quindi nel cuore dell'argomento, le foibe, "grandi inghiottitoi naturali, propri dei terreni carsici".
"Le foibe - scrive l'autrice - fornivano l'opportunità di uccidere in maniera celere senza grande dispendio di denaro per le munizioni", diventando in pratica delle "fosse comuni". Grande spazio viene dedicato alle donne giuliane, che "dimostrarono un coraggio straordinario": alcune diventarono partigiane e altre furono vittima di episodi feroci, come Rosa Petrovic (morta con gli occhi strappati dalle orbite), Norma Cossetto (gettata in una foiba "con un pezzo di legno ficcato nei genitali" perché si era rifiutata di rinnegare la sua adesione al fascismo) e le sorelle Radecchi.
Il saggio dà infine spazio al lager di Trieste, ovvero la Risiera di San Sabba, alla storia di due sopravvissuti (Mafalda Codan e Giovanni Radeticchio) e all'esodo degli italiani che vivevano in Dalmazia. Ricco di testimonianze e documenti, il libro - prima delle appendici - si conclude citando un breve estratto del discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pronunciato in occasione della celebrazione del "Giorno del ricordo" nel 2007: "Va ricordata la congiura del silenzio, la fase amara dell'oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci le responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica".
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