SARA SALAR, PROBABILMENTE MI SONO PERSA (PONTE 33, pag. 120, euro 14,00) Una giovane donna nelle strade della Teheran dei nostri giorni, alle prese con il traffico caotico e una difficile partita con i propri ricordi, in una società come quelle iraniana a sua volta alle prese con un contrastato rapporto con la modernità. Significativamente si intitola "Probabilmente mi sono persa" il romanzo dell'iraniana Sara Salar, ultimo nato fra i libri di Ponte 33, casa editrice che si propone di far conoscere in Italia la letteratura contemporanea in lingua persiana prodotta in Iran, Afghanistan, Tagikistan.
Un romanzo che in patria ha avuto quattro edizioni e venduto 30 mila copie in pochi mesi, nonostante uno stop prolungato della censura, e la cui edizione italiana precede quella inglese e tedesca. E una vicenda ambientata in un tessuto sociale che all'apparenza poco si potrebbe distinguere da quella di una città occidentale, popolato da una folla di arricchiti senza scrupoli all'ombra di un gigantesco boom edilizio. Ma il passato in una lontana città di provincia emerge sempre prepotente nei pensieri della protagonista, e sul suo presente pesa un conformismo morale - anche coercitivamente imposto nella Repubblica islamica - che rende più difficile fare i conti con se' stessi ed i propri affetti.
La protagonista si delinea così come un personaggio fragile, giunta nella capitale dopo un'infanzia nel Baluchistan e che non sembra aver mai trovato un equilibrio interiore. I cartelloni pubblicitari che si innalzano sulle strade di Teheran lanciano aggressivi messaggi commerciali, mentre lei si dibatte tra le cure di un figlioletto per cui teme di non essere una buona madre ed il pressante corteggiamento di un socio del marito con cui non ha mai la sufficiente volontà di tagliare. Ossessivo nei pensieri della protagonista il ricordo di un'amica che ne ha segnato l'adolescenza con la sua più forte personalità e poi è misteriosamente scomparsa. E il racconto è un tormentato cammino verso una soluzione di questo giallo.
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