AMELIE NOTHOMB, "PETRONILLE" (VOLAND, pp. 128 - 14 euro).
Due scrittrici: una famosa e acclamata come una star, l'altra di talento ma non ancora affermata. La loro amicizia, che non esclude la rivalità, viene raccontata da Amélie Nothomb nel suo nuovo romanzo 'Pétronille' che arriva in libreria per Voland, il suo editore italiano.
"Per la maggior parte delle scrittrici la vita è molto dura, terribile. Una delle ragioni per cui ho scritto questo libro è stata proprio tentare di spiegare ai giovani che se uno ha intenzione di fare lo scrittore deve sapere che la strada non sarà necessariamente facile" dice all'ANSA Amelie Nothomb, impegnata in un minitour italiano che, dopo Roma, Grosseto e Pisa, si concluderà il 25 febbraio al Circolo dei Lettori di Torino.
Non è stato così per lei che con i suoi 22 romanzi ha venduto oltre 18 milioni di copie nel mondo, che ha conquistato subito i lettori da quando nel '92 ha pubblicato 'Igiene dell'assassino'.
E da allora pubblica un libro all'anno scalando ogni volta le classifiche.
"Non ho nessun spiegazione per il mio successo. Sono nata sotto una buona stella, ma temo che andrò all'inferno" spiega la Nothomb, 47 anni, nata a Kobe, in Giappone, dove il padre era diplomatico, e ama questa terra. Dopo aver passato l'infanzia e la giovinezza in vari paesi dell'Asia e dell'America, la scrittrice franco belga è tornata a 21 anni in Giappone, dove ha ambientato romanzi come 'Stupore e tremori'.
Ora vive tra Parigi e Bruxelles. "Sono scandalizzata da questi terribili attentati e mi auguro che questa barbarie non continui" dice la Nothomb dopo l'attacco a Charlie Hebdo.
In 'Petronille' la troviamo in tutta la sua splendente carriera, fatta eccezione per l'incontro a Londra, per un'intervista commissionata da una rivista femminile francese, con Vivienne Westwood che chiede alla scrittrice di portare a spasso il suo cane, Beatrice. "E' la pura verità, non ho cambiato neppure una parola. Ho voluto raccontare questo episodio perché si sappia che anche per gli scrittori di bestseller esistono ruoli molto difficili". L'unica volta in cui la Westwood "mi ascoltò scrupolosamente. Poi ripiombò nella noia e nel disprezzo" fu quando chiese alla scrittrice, racconta nel libro, com'era la cacca di Beatrice.
E anche Petronille esiste veramente: "Si chiama Stéphanie Hochet ed è una scrittrice di talento. Il momento di rivalità esiste sempre però la storia è tra due persone che fanno lo stesso mestiere. La differenza c'è: io ho successo da molto tempo, lei ci arriverà" sottolinea la scrittrice. Ambientato a Parigi, in quella Francia che per la Nothomb è "il paese più esotico che esista", il romanzo si concentra nella seconda parte sulla figura di Petronille che fra le altre cose è impegnata, parecchie volte alla settimana, anche in un numero di roulette russa.
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