(di Stefano Fabbri) GIAMPAOLO GRASSI, 'PROCESSO ALLA TRATTATIVA. STATO-MAFIA: TRE PROCURE, TRE VERITA'', (MAURO PAGLIAI, pp. 136, 11 euro).
C'è una procura che ha indagato sulle stragi del 1993-1994, che ha scoperto il 'papello' e che da vent'anni interroga politici e boss di Cosa nostra. Però, non crede che ci sia stata una trattativa fra lo Stato e la mafia. E' la procura di Firenze. Per la prima volta, un saggio riporta la ricostruzione dei magistrati toscani, confrontandola con quelle più conosciute dei loro colleghi di Palermo e di Caltanissetta.
Nel libro, "Processo alla trattativa. Stato-mafia, tre procure, tre verità", il giornalista dell'Ansa Giampaolo Grassi ripercorre le indagini delle tre procure componendo un puzzle 'ragionato' di requisitorie, relazioni e sentenze, senza fornire un nuovo punto di vista, ma lasciando che a parlare siano i magistrati. "Questo libro non consegna una verità bell'e pronta - è scritto nell'introduzione - ne consegna tre 'certificate', ma diverse l'una dall'altra".
Nel saggio, infatti, i pm di Firenze (titolari delle indagini sulle stragi dei Georgofili, di Roma e Milano del 1993-1994), Palermo (che ha affrontato il tema della trattativa) e Caltanissetta (che indaga sugli attentati a Falcone e a Borsellino) illustrano le loro ricostruzioni di quella stagione e le conclusioni (discordanti) a cui sono giunti al termine di inchieste durate vent'anni. Da una parte ci sono i magistrati di Palermo, così certi che ci sia stato un accordo fra boss e Stato da aver chiesto, e ottenuto, un processo. Dall'altra c'è la procura di Firenze, convinta che quel patto non ci sia stato. In sostanza: per i magistrati di Firenze la trattativa - così com'è stata ricostruita da quelli di Palermo - non ci fu. In mezzo c'è la procura di Caltanissetta, che lega i contatti Stato-mafia all'omicidio del giudice Borsellino. Spiega l'ex procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, nella prefazione: "'Trattativa' è un espediente lessicale che rinvia a diversificate letture di una storia di interlocuzioni e di iniziative sulle quali è ragionevole e lecito elaborare riflessioni e possibili ricostruzioni". Il 'pensiero' della procura di Firenze sulla trattativa lo ha riassunto il pm Sandro Crini: quelli riferiti a "contatti, relazioni" della mafia "con persone appartenenti a determinate presenze istituzionali, sono argomenti suggestivi, ma i fatti sono un'altra cosa".
Il saggio 'insegue' le indagini fino ai loro ultimi sviluppi, quelli sulla ricerca, da parte dei boss, di nuovi referenti politici, dopo la fine della Prima Repubblica. "Le ricostruzioni dei pm di Firenze e Palermo - è spiegato nell'introduzione - convergono nell'ipotizzare un'intesa di Cosa nostra con la nascente Forza Italia".
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