BENITO MUSSOLINI 'IL MIO DIARIO DI GUERRA' (IL MULINO) ''Ore quindici. Raffica di artiglieria austriaca. Crepitio di proiettili. Schianto di rami. Turbine di schegge. Un grosso ramo, stroncato da una granata, si è abbattuto sul mio riparo. Ci sono due feriti nella mia compagnia. Passa un morto del XXXIX battaglione. Un altro morto degli alpini. II bombardamento è finito. È durato un'ora. I bersaglieri escono dai ripari. Si canta''. L'autore è Benito Mussolini e Il Mulino riporta in libreria il 14 gennaio Il Mio Diario di Guerra. Il volume è curato da Mario Isneghi. Lo storico, che ha insegnato Storia contemporanea all'Università Ca' Foscari di Venezia, è stato il primo studioso ad attirare l'attenzione su questo testo, che per molto tempo l'impronunciabilità politica del nome del suo autore ha impedito di cogliere la rilevanza e l'originalità del diario mussoliniano.
Chi apra oggi queste pagine - dice il curatore - troverà infatti una cronaca tra le più incisive e fresche entro la vasta memorialistica della Grande Guerra. Soldato fra i soldati, Mussolini registra la vita di trincea nella sua tragica routine fatta di disagi e stenti, di morti e di feriti, e negli umori, nei discorsi, nei canti dei compagni. Un testo in presa diretta, ma tutt'altro che ingenuo: con esso Mussolini accreditava un'immagine duplice di sé, leader rivoluzionario ma anche disciplinato gregario in grigioverde, esempio di un'inusitata immedesimazione fra istituzioni e popolo che egli vedeva o voleva vedere attorno a sé, nell'esperienza delle masse in guerra.
Benito Mussolini, acceso sostenitore dell’intervento italiano nella guerra europea scoppiata nel 1914, nell’estate del 1915 fu richiamato alle armi e inviato al fronte, dove rimase fino al febbraio 1917. Il suo giornale di guerra uscì in quindici puntate sul «Popolo d’Italia», il quotidiano da lui diretto, e fu poi raccolto in volume nel 1923. La presente edizione ripropone il diario nella versione originale pubblicata sul quotidiano.
Con il Mulino Mario Isneghi ha pubblicato anche La tragedia necessaria (nuova ed. 2013), L'Italia in piazza (2004), Le guerre degli italiani (2005), La Grande Guerra (con G. Rochat, 2008). Il mito della Grande Guerra, ripubblicato nel 2014, fa di lui lo storico più autorevole del conflitto mondiale.
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