FEDERICO PACE, LA LIBERTÀ VIAGGIA IN TRENO (Editori Laterza, pp.196, 15 Euro). Se si è davvero fortunati potrebbe addirittura capitare di innamorarsi. Perché mentre si sta seduti nel vagone di un treno, con il cuore predisposto ad accogliere la casualità che governa ogni viaggio, gli occhi potrebbero posarsi su un viso speciale, e incontrare altri occhi, proprio quelli per noi necessari e irrinunciabili.
Male che vada si potrà comunque lasciare spazio alla meraviglia dei luoghi, ai rumori inediti, alla luce dell'alba o alla profondità impenetrabile della notte, alla sorpresa di un viaggiare veloce che in realtà è l'elogio della lentezza. Accade questo e molto altro nei treni, nelle stazioni e nei lunghi percorsi descritti da Federico Pace nel libro La libertà viaggia in treno (Laterza), una raccolta di racconti dedicati a chi si sente davvero un viaggiatore. Treni non come mezzi di trasporto ma come oggetti mitici, in grado di portare il corpo e soprattutto la mente in un altrove impossibile da localizzare ma mai troppo distante da noi: non importa infatti se si va lontano o vicino, se si faccia il giro del mondo o se ci si allontani solo pochi chilometri da casa, quello che conta è avere consapevolezza del viaggio come esperienza da vivere con semplicità ma senza riserve. Accogliere il mistero, lo spaesamento, il senso d'allerta e quella sottile eccitazione verso l'ignoto: questo fa il viaggiatore, quando lascia le proprie comode certezze per incontrare l'inadeguatezza che si prova sul treno. Un treno che dalla trasparenza dei finestrini lascia entrare porzioni di mondo che rimandano ad altre storie, ad altre anime ancora una volta in movimento. Il libro coinvolge emotivamente, oltre a essere una validissima guida lungo le ferrovie di mezzo mondo. La grande capacità descrittiva dell'autore ben si sposa con il linguaggio evocativo e poetico che rende ogni racconto una storia da condividere. Sono tanti e dettagliati i riferimenti geografici (con gli orari, le distanze e le coordinate fedelmente riportati al termine di ogni racconto, così come il nome della compagnia ferroviaria) e numerosi anche quelli letterari. Impossibile da contare i nomi delle città, i mari e i deserti, i fiumi e i laghi, le montagne e le pianure: c'è l'Italia accanto alla Svezia e all'Inghilterra, poi l'Irlanda e la Francia, la Grecia, la Danimarca e la Norvegia. E poi ci sono loro, i veri protagonisti, i viaggiatori, con la bellezza e la bruttezza e tutte le loro unicità e differenze. Mentre la lettura va avanti, sembra davvero di partecipare a mille viaggi, mille incontri, mille narrazioni. La realtà esiste, ma esiste anche la fantasia: e chi viaggia davvero, con la mente e con il corpo, anche senza meta avrà la certezza di non perdersi mai, e di trovare sempre qualcosa da riportarsi indietro.
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