/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Tunisia, una primavera araba anni '80

Tunisia, una primavera araba anni '80

Bello e premiato il romanzo di Mabkhout intitolato 'L'italiano'

ROMA, 27 luglio 2017, 10:21

Paolo Petroni

ANSACheck

La copertina del libo 'L 'italiano ' di Shukri Mabkhout - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libo  'L 'italiano ' di Shukri Mabkhout - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libo 'L 'italiano ' di Shukri Mabkhout - RIPRODUZIONE RISERVATA

SHUKRI MABKHOUT, 'L'ITALIANO' (E/O, pp.368 - 18.50 euro - Traduzione di Barbara Teresi) Un'educazione sentimentale propria dei nostri giorni e che, pur svolgendosi in Tunisia, non appare diversa e meno drammatica di tante parabole ideali che si trovano a finire negli ingranaggi del potere, di una amministrazione e politica corrotta, oltre che maschilista, che non sentiamo poi così lontana e può ricordarci figure del nostro '68. Un romanzo cui è andato nel 2015 l'International Prize for Arabic Fiction.
    Abdel Nasser e Zeina sono due giovani anticonformisti, più ribelle e contestatore idealista lui, convinta principalmente che le donne debbano avere un destino diverso e che possano costruirsi da sole lei, ma è dal loro amore, dalla loro unione, dalla scena in cui si baciano durante una dimostrazione di piazza che davvero inizia e prende senso la storia. Vivono in un paese che pare stia cambiando velocemente, nella lotta che da una parte vede prendere potere agli islamisti tradizionalisti e una nascente sinistra laica e d'opposizione, tra gli ultimi anni del presidente Bourghiba con le sue riforme sociali, sino al colpo di Stato e alla presa del potere da parte del primo ministro Alì, tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento. Un gran romanzo d'impianto tradizionale, ma con una sua bella forza e vitalità narrativa, di buona scrittura capace di evitare le trappole della retorica, che non lascia insensibile il lettore che finisce per appassionarsi alle vicende de l'Italiano, come, per la sua eleganza, è detto Abdel, giovane istruito che finirà naturalmente nell'atmosfera di quel periodo a cercar di realizzare i propri sogni di libertà e cambiamento, diventando uno dei leader del movimento universitario. Con la sua personalità e passione sedurrà Zelina, studentessa berbera arrivata a Tunisi per iscriversi all'università sperando in un domani diverso da quello tradizionalmente preparato per una donna come lei e di cui già porta in sé pesanti e tragici segni e che non vorrebbe sposarsi, ma vedrà le nozze come il mezzo per superare ostacoli che da sola non riesce a superare. A tutti e due l'istruzione pare il veicolo per prendere coscienza, per capire, per costruire. Con tutte le loro contraddizioni sono emblematici della borghesia tunisina in quegli storici frangenti che, in anticipo di oltre vent'anni, avranno la stessa parabola più o meno della cosiddetta Primavera araba del 2010. C'è chi dice che proprio questo sottinteso parallelismo abbia portato al successo questo libro, scritto non a caso nel 2014. E' Abdel, diventato giornalista, a incarnare bene il processo e quel lento ma inesorabile trasformismo di adattamento al mondo, malinconico ma di successo, legato all'inevitabile disillusione davanti ad avvenimenti negativi che finiscono per avere sempre il sopravvento.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza