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Boxe populaire, tra noir e realtà

Boxe populaire, tra noir e realtà

Lo sport dei guantoni visto dal basso e l'antagonismo milanese

MILANO, 04 settembre 2017, 10:55

Carlo Mandelli

ANSACheck

La copertina del libro di Fabio Pennetta, 'Boxe Populaire - Pugni rosso sangue ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Fabio Pennetta,  'Boxe Populaire - Pugni rosso sangue ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Fabio Pennetta, 'Boxe Populaire - Pugni rosso sangue ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

FABIO PENNETTA 'BOXE POPULAIRE - PUGNI ROSSO SANGUE' (AGENZIA X, PP. 245, EURO 14,00) Un morto sul pavimento di una palestra di pugilato, il mondo dello sport dei guantoni visto dal basso e l'ambiente del cosiddetto antagonismo milanese sono gli ingredienti di 'Boxe Populaire - Pugni rosso sangue', noir militante che intreccia la presentazione del pugilato fatto nelle palestre popolari all'avventura di un giornalista precario alla ricerca della verità in un caso di omicidio, tra tentativi di depistaggio e incontri pericolosi. "La nostra energia ha radici profonde - racconta uno dei personaggi -, nasce dal basso come le prime scosse sismiche di avvertimento. Cresce nel ventre, fa vibrare le budella come quella rabbia istintiva che non sapevi di avere... prende il ritmo di un giro di tre note suonate velocemente con il plettro sulla corda del MI e irrompe come una chitarra elettrica distorta di una canzone oi. Tutto nasce dal basso". Tra allenamenti, montanti e ganci schivati e presi, il racconto è ambientato in una Milano reale, quella della zona più defilata dei Navigli, da sempre culla dell'antagonismo milanese e dell'antifascismo militante, quella della palestra popolare di via Torricelli ma anche del Giambellino, del parco Solari e di tutta una serie di strade che il 'Callo', ovvero Stefano Calligari, giornalista insoddisfatto della piega che il mondo dell'informazione italiano ha preso da tempo, percorre in bicicletta tra una traccia da seguire e nuovi incontri maturati nel mondo della boxe popolare. Lo scontro del racconto è articolato su diversi piani: c'è quello tra occupanti di immobili sfitti e destinati alla speculazione, contro i 'palazzinari' disposti a tutto per tornare in possesso delle abitazioni murando gli ingressi o spaccando i sanitari per rendere invivibili le case, ma c'è anche quello del 'Callo', che alla fine del racconto proverà finalmente 'a tirare un pugno da pugile professionista', contro l'arroganza di un certo mondo giornalistico non precario, abbottonato ai nomi che contano e insofferente ai 'cani' più o meno sciolti come lui, innamorati della penna e del racconto.
    Poi c'è anche l'amore nascente per uno sport fatto di partecipazione e vissuto in maniera diversa rispetto a quello interpretato in senso strettamente agonistico in altri ambienti più ufficiali della disciplina pugilistica. Tra citazioni di Jean Cloud Izzo, Chuck Palahniuk, come Mike Tyson e Sugar Ray Robinson ('Il ritmo nel pugilato è tutto. Qualsiasi movimento tu faccia nasce dal cuore: o questo ha il ritmo giusto o sei nei guai'), Pennetta traccia nel libro anche una mappa della boxe popolare in Italia e in Europa, realtà in costante ascesa negli ultimi anni a livello di popolarità e partecipazione, con una seconda parte del volume interamente dedicata proprio al racconto delle palestre autogestite, da Milano (Torricelli, Antifa Bull's Box, ZAM, Baraonda, Liabeuf BKK di Monza ecc.) a Torino, passando per Firenze, Napoli e altre città ancora fino a San Paolo, in Brasile.
   

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