CARLO CARABBA, COME UN GIOVANE UOMO (MARSILIO, PP 174, EURO 17,00). Si è addentrato nel labirinto del lutto Carlo Carabba nel suo primo romanzo 'Come un giovane uomo', pubblicato da Marsilio, che muove dalla morte di un'amica, dalla caduta della neve su Roma e da un funerale mancato. "E' un libro immersivo. In fondo il punto non erano per me i fatti, ma quello che accadeva all'interno" dice all'ANSA Carabba che è autore di raccolte di poesia, è stato coordinatore della rivista 'Nuovi Argomenti' e attualmente lavora per Mondadori dove è responsabile della narrativa italiana. "Scrivo poesia da quando avevo 14 anni, ma nel momento in cui ho provato a scrivere di questa esperienza dolorosa e complicata mi sono reso conto che non avevo chiara la visione, che nella poesia non potevo mettere questo labirinto di stati d'animo e mi sono detto 'proverò a scrivere un racconto" spiega Carabba, 38 anni, che viene da studi filosofici e in questo memoir al limite dell'autofiction ha compiuto un viaggio verso il passaggio all'età adulta con le scelte che comporta.
Delle prime stesure di 'Come un giovane uomo' non resta nulla nella definitiva in cui l'autore ringrazia una nutrita schiera di persone, tra cui il suo psicoanalista. "Non accettare la prima posizione come diceva Montaigne è un modello che mi piace molto. E qui ci sono più posizioni contemporaneamente" spiega.
"Più che una narrazione dei fatti è la ricostruzione dei meccanismi dell'animo umano con una forma mediata dal racconto autobiografico. Una specie di fenomenologia del lutto a partire dal se. Da un microscopio a un telescopio" sottolinea. Il processo di riscoperta è stato lungo, cinque anni per scrivere il libro e far venire fuori "analogie tra questo e altri lutti". Nel raccontare lo smarrimento di fronte al dolore Carabba costruisce la narrazione come un videogioco: "c'è un mostro - dice - che è il lutto e c'è la crescita da affrontare" Ma è "convinto che esista un nutrimento spirituale. Siamo creature che vivono di immaginario. Nella mia vita tutte le forme di narrazioni: libri, fumetti, canzoni, tv, sono fondamentali e in questo libro ci sono tutte perchè fanno parte di me. Sono quello che sono anche in base alle cose che ho letto e amato" spiega lo scrittore che in 'Come un giovane uomo' mescola Eta Beta, la Bibbia, Lost e Proust e Cat Stevens.
Vincitore del Premio Mondello Opera Prima con la raccolta di poesia 'Gli anni della pioggia', Carabba spiega: "la narrativa da dipendenza, ma non sarò mai un narratore in terza persona.
Questo libro lo ho scritto tra i 30 e i 35 anni. Il dolore e la scelta sono i due grandi temi della crescita insieme all'idea che le cose possano andare male. C'e' anche una tensione etica.
Magari ne scriverò un altro tra i 40 e i 45 anni". Con 'Come un giovane uomo', Carabba potrebbe anche essere candidato al Premio Strega 2018. "Non credo accadrà. E poi ci andrei anche con un altro ruolo. Potrebbe esistere un conflitto di interessi. Bisognerebbe capire tante cose. Mi lusingherebbe ma in realtà mi sembra complicato" spiega lo scrittore. "Il mio ruolo non mi ha limitato. Tutti mi hanno incoraggiato e fatto sentire accolto. C'è tanto affetto intorno a 'Come un giovane uomo' racconta Carabba, e si sente.
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